La procedura
Per l’Oda è stato di crisi: si tratta con i creditori. Ancora bloccati 8 mesi di stipendi per i 300 dipendenti
La richiesta è stata ufficializzata dall'ente socio-sanitario legato alla diocesi alla Camera di Commercio di Catania. Fp Cgil: «Percorso complesso, vigileremo: pagare i lavoratori subito». Controcorrente: «Si apre un percorso che incide sui diritti dei lavoratori serve trasparenza»
«Abbiamo ufficializzato la richiesta di composizione negoziata assistita alla Camera di commercio del Sud Est. La crisi dovuta al debito aziendale è del resto il motivo per cui abbiamo avviato la procedura per l’affitto del ramo sanitario d’azienda». A dirlo è Adolfo Landi, presidente del Consiglio di amministrazione dell’Opera diocesana di assistenza (Oda) all’indomani dell’incontro con cui ha informato i sindacati Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Ugl Salute, Nursind e Usb Lavoro privato della novità. La procedura, come si legge nel verbale sottoscritto dalle sigle giovedì, servirà «ad avviare le trattative, previste dalle norme, nei confronti dei creditori, in particolare Agenzia delle Entrate e Inps».
La decisione si affianca anche a una richiesta di rinegoziazione del «debito bancario a lungo termine». Landi specifica che «non si tratta di una procedura fallimentare, ma di un sistema previsto dalle norme per dare la possibilità alle imprese di superare la crisi. Un po’ come avviene con i privati e il sovraindebitamento. L’Oda potrà così concentrarsi sul rilevamento delle perdite e il superamento della crisi. Aggiorneremo i sindacati la prossima settimana in un nuovo incontro». Ad affiancare Oda nella pratica sarà un esperto nominato dalla Camera di Commercio, l’avvocato Alberto Marino di Palermo, e nel piano per rientrare dal debito saranno coinvolte, come del resto già ipotizzato più volte negli anni passati e ribadito da Landi e dallo stesso Arcivescovo di Catania Luigi Renna, le proprietà immobiliari che Oda a oggi non utilizza, tra cui un grande villaggio turistico sull’Etna.
Ma dai sindacati, dopo aver «preso atto» della strategia di Oda, viene l’ennesimo appello affinché si paghino, almeno in parte e prima di dicembre, le 8 mensilità di stipendio arretrato. L’erogazione dell’anticipo delle somme per il quarto trimestre 2024 da parte di Asp è del resto ancora bloccata per via del debito con il Fisco e Inps (circa 50 milioni di euro). «Si tratta - commenta Elena Scuderi segretaria provinciale di Fp Cgil e lavoratrice Oda - di un percorso complesso, con numerosi passaggi da attenzionare, in una situazione che resta estremamente delicata, sulla quale abbiamo il dovere di vigilare affinché nessun servizio all’utenza venga dismesso. Valutiamo positivamente anche l’attuazione del rapporto di affitto con il Consorzio Sisifo, utile a garantire salvaguardia posti di lavoro, continuità ai servizi e maggiore stabilità retributiva. Resta però urgente e non più rinviabile la corresponsione ai lavoratori di almeno una parte delle retribuzioni arretrate del 2025, perché il disagio economico ha superato ogni soglia di sopportabilità. Non si può più attendere: la tutela di chi garantisce quotidianamente il servizio è la condizione essenziale per superare la crisi», conclude Scuderi.
A giudicare in maniera negativa quanto comunicato da Landi ai sindacati è invece l’avvocato Francesco Sanfilippo, presidente del Dipartimento Disabilità e Politiche Sociali del partito ControCorrente, ma soprattutto legale di un centinaio di lavoratori e utenti Oda. «È necessario chiarire, con precisione e trasparenza, quale sia realmente la procedura in corso. La composizione negoziata non è un semplice percorso amministrativo all’interno della Camera di Commercio. Parallelamente a quanto comunicato alle parti sociali, Oda ha infatti avviato anche la fase giudiziale prevista dagli articoli 17, 18 e 19 del Codice della Crisi d’Impresa, richiedendo: la conferma delle misure protettive, la sospensione delle iniziative dei creditori, il blocco delle azioni esecutive, l’applicazione degli effetti protettivi erga omnes. Siamo dunque in presenza di una procedura che incide direttamente sui diritti di lavoratori, professionisti e fornitori, molti dei quali senza retribuzioni da mesi. In un contesto così delicato, è fondamentale che ogni informazione sia completa e corretta, perché solo la trasparenza consente di tutelare realmente la continuità dei servizi e i diritti delle persone coinvolte».
