Nel Catanese
Sciolto per mafia il Comune di Paternò: la gestione affidata ai commissari per 18 mesi
Su proposta del ministro dell'interno Matteo Piantedosi
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno Matteo Piantedosi, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Paternò e l'affidamento della gestione del Comune, per la durata di diciotto mesi, a una Commissione straordinaria.
Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose e' stato disposto in conseguenza degli esiti del lavoro svolto dalla Commissione di accesso antimafia, nominata nei mesi scorsi dal prefetto di Catania del tempo, Maria Carmela Librizzi.
L’accesso ispettivo al Comune era stato disposto in seguito all’operazione antimafia "Athena", condotta dai carabinieri della Compagnia di Paternò, nell’aprile del 2024 e che in città aveva fatto scattare un’indagine con il coinvolgimento anche del sindaco Nino Naso, dell’ex assessore Turi Comis e dell’amministratore Pietro Cirino, indagati e oggi imputati per il reato di voto di scambio politico‑mafioso, insieme agli esponenti della criminalità organizzata Vincenzo Morabito (presunto reggente e uomo legato ai Laudani di Catania) e al presunto affiliato Natale Benvenga.
Secondo l'accusa, con l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dalle sostitute procuratrici Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti, lo “scambio” sarebbe legato a voti per le elezioni comunali 2022 in cambio dell’assunzione a tempo determinato di due persone ritenute vicine al clan nell’impresa Dusty che a Paternò si occupa di raccolta e smaltimento rifiuti.
