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L'indagine

Disastro ambientale a Messina: sequestrata una discarica abusiva di 200mila quadri, tre imprenditori nei guai

Operazione congiunta dei Carabinieri e della Polizia Municipale, contestato traffico illecito di rifiuti e alterazione del torrente Guidari

Redazione Messina

19 Novembre 2025, 15:50

All’esito di un’articolata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri della Compagnia di Messina Sud insieme al Reparto di Polizia Ambientale del Corpo di Polizia Municipale hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Tribunale del Riesame di Messina, riguardante una vasta area adibita a discarica abusiva e un complesso aziendale operante nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Secondo quanto emerso, tre imprenditori — titolari e gestori di fatto della ditta — sono indagati per attività organizzata di traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale. Le condotte contestate, protrattesi dal 2020 fino ad oggi, avrebbero coinvolto anche diversi soggetti nel ruolo di conferitori.

Le indagini, avviate nel giugno 2023, si sono sviluppate attraverso pedinamenti, controlli con droni, intercettazioni e acquisizione di documentazione. È stato così accertato lo sfruttamento criminale del torrente Guidari, dove venivano scaricate ingenti quantità di rifiuti speciali e pericolosi, alterando la conformazione naturale del corso d’acqua e creando rischi di esondazioni e smottamenti.

Le telecamere installate dalla Procura hanno ripreso numerosi soggetti intenti a scaricare tonnellate di rifiuti su una superficie di circa 200mila metri quadrati. Solo il 10% del materiale veniva correttamente recuperato, mentre la maggior parte restava accatastata nel sito, interrata e ricoperta con terreno vegetale, formando barriere artificiali prive di contenimento.

L’attività tecnica e periziale, condotta con la collaborazione di Arpa Sicilia e Calabria e con il supporto dei Vigili del Fuoco, ha permesso di individuare i siti più contaminati e di ricostruire l’epoca di abbandono, risalente già al 2015. I rifiuti, trattati senza prescrizioni e accompagnati da false certificazioni, sarebbero stati utilizzati anche in opere pubbliche, come il parcheggio di “Contemplazione”, già sequestrato lo scorso maggio.

La Procura di Messina ritiene di aver delineato l’operatività di un sodalizio criminale dedito ai delitti ambientali, capace di generare ingenti profitti illeciti a fronte di un grave danno al territorio.