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La storia

Il dramma di un figlio conteso: «Va ascoltato, minaccia il suicidio»

La Corte d'Appello di Catania ha stabilito che deve stare dal padre, ma il ragazzo di 12 anni si rifiuta. A dicembre è scappato da scuola ed è andato a vivere con la madre. Che ora ha scritto a Nordio e Mattarella. L'avvocato Lipera: «Dobbiamo aspettare la tragedia?»

Laura Distefano

13 Novembre 2025, 20:10

Le pieghe drammatiche di un divorzio. La sofferenza straziante di un ragazzino che è arrivato anche a fuggire da scuola per farsi ascoltare. Diego, 12 anni, (nome di fantasia) chiede di stare con la mamma. Per la Corte d’Appello però la madre non sarebbe idonea quindi l’anno scorso ha stabilito la collocazione dell’adolescente dal padre. Da qui si consuma la tragedia: il giovane deve lasciare la casa di mamma dove ha sempre vissuto fin dalla separazione dei genitori.

Lo scorso dicembre Diego scompare da scuola. Da Cibali finisce in via Etnea, dove ferma una Volante della polizia. Agli agenti chiede di essere accompagnato dalla mamma. E così accade: la madre si presenta dai poliziotti e riabbraccia il figlio. Quell’episodio sembra avere un effetto nelle aule di giustizia: la Corte d’appello sospende l’esecutività del suo stesso provvedimento che è oggetto di ricorso per Cassazione. Ma poi c’è un passo indietro: la revoca della sospensione. Tutti atti che il legale della madre, l’avvocato Giuseppe Lipera, ha impugnato.

«Mio figlio vive con la paura di essere portato dal padre», racconta la madre. Che disperata ha scritto un appello urgente al Ministro Nordio e al presidente della Repubblica Mattarella. Ieri Lipera ha indetto una conferenza stampa per rendere pubblica questa storia. Sono stati mostrati audio e video di Diego, ma per scelta abbiamo preferito non pubblicarli perché siamo convinti che questa storia si possa raccontare anche con le testimonianze di chi vive accanto a questo adolescente ferito. Il figlio si rifiuta di tornare dal padre: anche le assistenti sociali ne hanno preso atto nel corso di un tentativo di applicazione del provvedimento. «Io non posso stare zitto. La mia coscienza non me lo permette - urla Lipera - la vita di questo bambino è in pericolo. Ha più volte minacciato di suicidarsi. Bisogna intervenire: non aspettiamo la tragedia».