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QUALIFICAZIONI MONDIALI

Italia, più della sconfitta è il modo di cadere che non è ammissibile: prendiamoci gli spareggi, di più è impossibile

Adesso ci dobbiamo aggrappare alla speranza: il consiglio è quello di navigare a vista senza voli pindarici o previsioni cariche di entusiasmo

Alfredo Pedullà

16 Novembre 2025, 23:07

Italia, più della sconfitta è il modo di cadere che non è ammissibile:  prendiamoci gli spareggi, di più è impossibile

L’Italia di oggi è fragile come un grissino, bastano 15 minuti abbondanti di vera Norvegia per affondare nel burro, con il timbro finale del 4-1 dei nostri rivali e che fa malissimo. Più che la sconfitta è il modo di cadere che non è ammissibile: crollo, quando pensi di stare bene in piedi. Cartolina preoccupante figlia di un eterno vuoto d’aria: prendiamoci gli spareggi, di più è impossibile.

Il tempo della Norvegia è ricco di camomilla, al punto che si fatica a riconoscere una macchina da gol come Haaland, poco assistito da Nusa che nella gara di Oslo aveva fatto la differenza. Sarà un’illusione.

Il gol di Pio Esposito dopo 10 minuti è una bella cartolina, il 2005 del presente e del futuro; bene Dimarco sulla corsia mancina; allertato il centrocampo; nessun rischio corso e l’impotenza assoluta della famosa Norvegia che aveva fatto bisboccia contro qualsiasi tipo di avversario. Controllo assoluto e un bel mucchio di rimpianti: nella gara di andata l’Italia non si era proprio presentata, sconosciuta al mittente.

Ma poi il mondo cambia, la Norvegia decide di scendere in campo con 45 minuti di ritardo, ci dà una bambola nel giro di un quarto d’ora: prima l’eccellente Nusa e poi due volte Haaland con tanti saluti ai trionfalismi per quella che sarebbe stata una vittoria di Pirro.

Il nostro problema, davvero serissimo e di difficile soluzione, è che oggi giochiamo partite solo per l’autostima: una cosa del genere strappa solo un sorriso (amaro), mentre vent’anni fa salivamo sul tetto del mondo lasciando le briciole alla concorrenza. Senza dover fare i conti con i risultati degli altri, piuttosto pensando esclusivamente al nostro orticello. Meglio: l’ultima partita era spesso insignificante, visto che avevamo il lasciapassare in tasca e giocavamo solo per la gloria.

Ora il panorama si è ribaltato, la Norvegia sbarca a Milano quasi in gita, lasciandoci una ribalta insignificante. Una situazione davvero clamorosa per non dire surreale, la tradizione calcistica italiana non può permettersi di viaggiare sul filo correndo il rischio di saltare l’evento più importante per la terza volta consecutiva. Eppure ormai vince, purtroppo troppo spesso, l’assuefazione alla mediocrità.

Adesso ci dobbiamo aggrappare alla speranza: giovedì a Zurigo il sorteggio playoff (semifinali e finali), il 25 e il 31 marzo i due impegni che sveleranno il nostro futuro. Nella speranza di poter arrivare al 31 marzo per giocare la gara decisiva, l’ultima volta ci siamo tolti il pensiero a Palermo contro la Macedonia del Nord, uscendo dai giochi ancor prima di incrociare il Portogallo. Per questo (e altro) motivo il consiglio è quello di navigare a vista senza voli pindarici o previsioni cariche di entusiasmo: siamo già rimasti scottati, quindi non possiamo permettercelo.