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La ricerca

Speranze per combattere la calvizie, nelle cellule adipose il segreto per far ricrescere i capelli

Alla National Taiwan University gli esperimenti sui topi hanno fatto ricrescere i peli nel giro di 20 giorni

Ombretta Grasso

06 Novembre 2025, 13:41

13:55

Speranze per combattere la calvizie, nelle cellule adipose il segreto per far ricrescere i  capelli

Affligge una buona fetta della popolazione maschile. Che a volte affronta la perdita della chioma con nonchalance, ma spesso si affida a trapianti, trattamenti medici ed estetici, persino  pozioni miracolose (forse) e parrucchini e posticci se proprio non si vuole accettare il nuovo volto con un po' di calvizie. Tutto per mantenere un filo di capello,  per non perdere quella parte della nostra personalità, del nostro aspetto, per tanti della capacità seduttiva. E la calvizie non risparmia neanche le donne, che  - seppur in percentuale minore - spesso con l'età, lo stress, i prodotti aggressivi, i cali di ormoni possono avere diradamenti importanti, alopecia significativa. 

Le cifre sono ciclopiche: tra i 15 e i 20 milioni di italiani perdono i capelli.  Ma c'è speranza. La scienza lavora anche contro la calvizie. Ancora si tratta solo di una sperimentazione sugli animali, ma presto si avvierà la sperimentazione

La notizia è che potrebbe nascondersi nelle cellule adipose che circondano i follicoli piliferi il segreto per invertire la calvizie. Lo indica l’esperimento condotto nei topi nella National Taiwan University e pubblicato sulla rivista Cell Metabolism. I risultati indicano che, riattivando le cellule adipose nella cute degli animali, i peli sono ricresciuti nel giro di 20 giorni. I ricercatori guidati da Kang-Yu Tai hanno deciso così di avviare una sperimentazione clinica per verificare se questo approccio sia effettivamente applicabile anche agli esseri umani.


Il punto di partenza è stato il fatto che le lesioni cutanee spesso innescano una crescita eccessiva dei peli. «Il corpo della maggior parte dei mammiferi è ricoperto da un denso mantello di peli che - dice Tai - funge da prima barriera protettiva. Una lesione della superficie epidermica, che costituisce la seconda barriera corporea, dovrebbe segnalare la necessità di ristabilire la prima barriera, cioè il pelo».
Gli esseri umani hanno perso la pelliccia nel corso della loro evoluzione, ma le osservazioni suggeriscono che conservino ancora questa importante capacità rigenerativa messa alla prova nei topi.


Anche quando i topo sono stati rasati e sulla loro pelle sono state provocate lievi lesioni, l’infiammazione scatenata dalle ferite ha attivato le cellule immunitarie chiamate macrofagi che, a loro volta, hanno segnalato alle cellule adipose vicine di rilasciare acidi grassi, ossia le molecole che compongono i grassi. Il segnale ha fatto ripartire la crescita del pelo: gli acidi grassi sono stati assorbiti dalle cellule staminali dei follicoli piliferi, riattivandoli.


La conferma definitiva è arrivata quando gli autori dello studio hanno applicato direttamente sulla pelle dei topi un siero composto dagli stessi acidi grassi: anche questo ha innescato in breve tempo la ricrescita dei peli.