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Olimpiadi di Roma

L'amarcord di un tedoforo catanese del 1960: «Dopo 65 anni ricordo quell’emozione unica»

Rosario Di Mauro era un atleta di 18 anni quando fu scelto. «Portai di corsa la torcia a Ognina. Conservo ancora la foto sul giornale»

Leandro Perrotta

19 Dicembre 2025, 07:09

10:23

L'amarcord di un tedoforo catanese del 1960: «Dopo 65 anni ricordo quell’emozione unica»

La pagina de "La Sicilia" del 19 agosto 1960, la foto di Di Mauro a Ognina e lui oggi a 84 anni

«Ero un ragazzo, avevo 18 anni. Presi la torcia in via Principe Nicola, all’angolo con via Leopardi, e feci di corsa tutto il percorso dentro Picanello e Ognina fino a piazza Mancini Battaglia: non c’era ancora il lungomare. Una emozione indescrivibile che ricordo ancora, ero circondato da persone e calore». A raccontarlo è Rosario Di Mauro, ingegnere civile catanese oggi 84enne, tedoforo per le Olimpiadi di Roma.

Sono passati 65 lunghi anni da quel 18 agosto del 1960 e Di Mauro, che nel frattempo ha avuto una carriera professionale lunga e piena di soddisfazioni - «tra le opere che ricordo con più orgoglio c’è la palestra dell’istituto delle Suore salesiane di San Sisto in via de La Salle, vicino al Leonardo Da Vinci» - ricorda quel periodo della sua vita in cui lo sport era centrale grazie al ritorno ieri della fiamma di Olimpia in città. «Fui scelto insieme a tanti giovanissimi atleti. Io facevo i 1.500 metri, e avevo appena vinto il titolo provinciale con il liceo Spedalieri di corsa campestre. Ma nella staffetta, che coinvolse circa 500 tedofori da Siracusa fino a Roma, ricordo c’era anche il lanciatore del disco Isidoro Mascali, all’epoca uno dei più grandi atleti siciliani».

L’esperienza Di Mauro la ricorda come «un grandissimo orgoglio, anche se col senno di poi avrei voluto conservare lo stoppino: per accendere la fiamma c’era questo oggetto enorme e si impiegavano molti minuti. Oggi è diverso», commenta osservando le immagini che da giorni mostrano le iper-tecnologiche torce per i Giochi invernali di Milano-Cortina del 2026. «Quell’esperienza mi è rimasta nel cuore anche perché poco dopo mi trasferii a Palermo per studiare Ingegneria, a Catania non c’era ancora la facoltà. Ho dovuto anche interrompere l’attività sportiva». La pagina del giornale La Sicilia di allora riporta una sua foto (visibile sopra) «e seppur a stento si capisca chi sono, mi accompagna da sempre», conclude Di Mauro.