TENNIS
Coppa Davis, Italia-Austria il quarto che accende Bologna: tutto quello che c'è da sapere
L’Italia, guidata da Filippo Volandri, difende il titolo dopo i trionfi di Malaga 2023 e Malaga 2024
Succede spesso che i grandi eventi inizino prima del primo punto. A Bologna, in Piazza Maggiore, il sorteggio di settembre ha messo già una corrente elettrica nell’aria: l’Italia campione del mondo per due anni di fila aprirà le sue Final 8 contro l’Austria. Da allora, la città ha cambiato ritmo: la Fiera ha preso le sembianze di un’arena itinerante, la nuova SuperTennis Arena si è accessoriata per le giornate da dentro o fuori, i biglietti sono corsi via e il pubblico di casa attende, quasi in apnea, l’esordio di mercoledì 19 novembre 2025 alle ore 16:00. Sul cemento indoor del padiglione bolognese non c’è spazio per frasi fatte: qui si entra per giocare due singolari e, se serve, un doppio che può valere un anno intero.
Cosa sappiamo, con certezza
- Si gioca alla SuperTennis Arena di BolognaFiere in campo indoor veloce, nella settimana delle Final 8 di Coppa Davis in programma dal 18 al 23 novembre 2025.
- L’Italia, guidata da Filippo Volandri, difende il titolo dopo i trionfi di Malaga 2023 e Malaga 2024, e inizia il cammino dai quarti contro l’Austria.
- Prima pallina in aria mercoledì 19 novembre alle 16:00. Diretta in chiaro su SuperTennis e streaming su SuperTenniX.
- La formazione azzurra: Matteo Berrettini, Flavio Cobolli, Lorenzo Sonego, più il doppio collaudato Simone Bolelli – Andrea Vavassori.
- L’Austria del capitano Jürgen Melzer risponde con Filip Misolic (n. 79 ATP), Jurij Rodionov (mancino), Lukas Neumayer e i doppisti di lusso Lucas Miedler – Alexander Erler.
Dalla sala stampa alla sala macchine, il quadro è nitido. Si profila un primo singolare con Matteo Berrettini contro Jurij Rodionov e, a seguire, Flavio Cobolli opposto al n. 1 austriaco Filip Misolic. È una traccia realistica, che rispecchia le indicazioni della vigilia e l’assetto che Volandri sembra pronto a varare. Le scelte definitive, come da regolamento, si possono cambiare fino a un’ora prima dell’inizio del tie: prudenza d’obbligo, ma la direzione è chiara.
Bologna, capitale (per una settimana) del tennis a squadre
La Final 8 torna a concentrarsi in un’unica sede, e stavolta è l’Italia ad accogliere il gran finale della Coppa Davis. L’Emilia-Romagna ha investito nell’evento – istituzioni in prima linea, dal Ministero per lo Sport alla FITP – e il calendario recita: quarti da martedì 18 a giovedì 20, semifinali venerdì 21 e sabato 22, finale domenica 23 novembre alle 15:00. Per i tifosi: appuntamento fisso in tv con SuperTennis; per chi verrà a Bologna, la venue è a pochi minuti dalla stazione dell’alta velocità e a 15 minuti dall’aeroporto. Il tutto dentro una cornice che negli ultimi anni ha già respirato Davis (la fase a gironi) e adesso alza l’asticella sull’atto più caldo.
L’Italia che ci prova ancora: identità, profondità, responsabilità
C’è una parola che ha tenuto insieme i successi di 2023 e 2024: gruppo. Cambiano i singolaristi, muta l’ordine dei protagonisti, ma restano i principi. In assenza di Jannik Sinner, che ha deciso di non giocare la Davis 2025, la responsabilità è redistribuita.
- Flavio Cobolli arriva a Bologna con lo status di n. 1 d’Italia nel tie e un ranking da top 25 che fotografa la sua ascesa. Sul piano identitario è un giocatore che cerca campo e iniziativa, capace di reggere lo scambio in velocità su indoor hard.
- Matteo Berrettini, n. 2 del team, si presenta forte di un 2024 concluso da eroe a Malaga (successo pesantissimo su van de Zandschulp in finale) e di un 2025 di ricostruzione progressiva. La superficie e la palla “neutra” di Bologna valorizzano servizio e dritto: per l’azzurro, il canovaccio è far valere i primi colpi e tenere la diagonale di rovescio corta, senza regalare ritmo al mancino.
- Lorenzo Sonego è pedina duttile: disponibilità sul singolare, prontezza per il doppio. È il tipo di profilo che, in Davis, fa la differenza quando la serata si allunga.
- Nel doppio, la collaudata coppia Bolelli – Vavassori porta un pedigree da Top 10 di specialità e il capitale emotivo di tante notti da dentro o fuori. La loro intesa in risposta e la gestione delle volée corta-lunga sono una garanzia in un punto spesso decisivo.
Alcuni numeri aiutano a mettere a fuoco: Cobolli è accreditato come n. 22 ATP nella rifinitura di martedì 18 e Berrettini attorno alla posizione 56. È un’Italia che ha cambiato le facce senza smarrire il tono competitivo. Il pubblico di casa – biglietti in larga parte esauriti già a inizio novembre – completa il quadro.
L’Austria che non ti aspetti: gavetta, sostanza e un doppio “vero”
Parliamo di una nazionale, la Austria di Jürgen Melzer, che ha fatto la strada lunga: 4-0 alla Finlandia nel primo turno e un 3-2 esterno di carattere in Ungheria nel secondo, deciso proprio da Jurij Rodionov nel match-killer. È arrivata a Bologna con convinzione e una formazione consolidata: Misolic, Rodionov, Neumayer per i singolari, Miedler – Erler per il doppio.
- Filip Misolic ha toccato il best ranking di n. 79 il 17 novembre 2025 ed è cresciuto tanto nel 2025 con risultati continui tra ATP e Challenger. Non è uno sfondatore, ma un palleggiatore moderno con intelligenza tattica e percentuali di prima solide, capace di salire quando legge la palla corta.
- Jurij Rodionov, mancino da 1,91, è un giocatore da indoor: servizio profondo, traiettorie piatte sul rovescio bimane e attitudine a chiudere presto. Il suo 2025 lo vede fuori dai Top 150, ma attenzione al contesto squadra: a Debrecen ha firmato l’impresa qualificazione.
- Il doppio Lucas Miedler – Alexander Erler è, in chiave Davis, un’arma vera: chimica consolidata, titoli ATP in serie, ranking di specialità di livello (Miedler intorno a n.23, Erler in zona Top 40 a novembre). È la loro sicurezza psicologica a tenere l’Austria sempre dentro al tie.
Probabili singolari: chi gioca contro chi e perché
Tirando le somme della vigilia, il piano partita più probabile per i quarti è questo:
- Primo singolare: Matteo Berrettini vs Jurij Rodionov.
- Secondo singolare: Flavio Cobolli vs Filip Misolic.
C’è coerenza tecnica nelle due scelte. L’incrocio Berrettini–Rodionov oppone il dritto più pesante del tie a un mancino che, quando legge la seconda, può entrare dentro il campo sul rovescio. L’azzurro dovrà fermare il cross mancino con la smorzata di rovescio o la palla profonda al corpo; al servizio, la prima piatta al centro sul 40-30 è la chiamata naturale. Rodionov, dal canto suo, cercherà la risposta aggressiva e il time sul back di rovescio di Matteo per non farsi scappare i turni “lunghi”. Precedenti ufficiali tra i due a livello ATP non se ne registrano: anche questo aggiunge margine di manovra nelle scelte iniziali.
Nel secondo singolare, Cobolli–Misolic è un confronto più “geometrico”: gli scambi si allungano, contano le percentuali con la prima e la gestione dei cambi di ritmo. Nei precedenti, siamo 1-1: un successo per parte tra 2020 e 2024/25 su superfici diverse. È un dato piccolo ma significativo: l’austriaco ha imparato a reggere l’urto dei giocatori più rapidi di braccio; l’azzurro, nell’ultimo anno, ha sviluppato la capacità di cambiare altezza e profondità con margine. Qui, il pubblico potrebbe valere qualche punto nei game a oltranza.
Resta in controluce la carta Lorenzo Sonego: contro Rodionov conduce 1-0 nei precedenti (un ricordo lontano, ma pur sempre incoraggiante). La sua attitudine a rompere il ritmo e a “portare” l’avversario a rete può diventare un fattore, soprattutto se il capitano volesse far respirare uno tra Cobolli e Berrettini in caso di tie prolungato. Decisioni dell’ultima ora, com’è giusto in Coppa Davis.
Il doppio, il punto che decide: Bolelli–Vavassori vs Miedler–Erler
Se il tie dovesse arrivare al 1-1, tutto si sposta sulle mani dei quattro specialisti. Bolelli – Vavassori portano in dote esperienza, automatismi su poaching e una qualità di seconda di servizio spesso sottovalutata. Miedler – Erler sono una coppia rodata da anni, con pattern chiari: servizio-kick di Miedler per aprire lo spazio a destra, botta “lineare” di Erler e dominio della rete in spinta. La differenza, spesso, la fanno i punti di risposta sulla seconda avversaria: in un indoor dalla lettura rapida, trasformare un 30-30 in un break è il confine tra gloria e rimpianti. Va detto: sulla carta, nessuno parte davvero sfavorito. Ma il fattore Arena spinge gli azzurri di un'incollatura.
Orari, tv, “house rules”: come seguire Italia–Austria (e tutto il torneo)
- Inizio di Italia–Austria: mercoledì 19 novembre 2025, ore 16:00.
- Copertura tv: SuperTennis in chiaro; streaming su SuperTenniX.
- Formula del tie: due singolari al meglio dei tre set, a seguire un doppio (sempre due su tre).
- Biglietteria: domanda elevatissima; residui limitati per le fasi finali già a inizio novembre.
Il giorno dopo, giovedì, toccherà a Spagna–Repubblica Ceca e Argentina–Germania; dall’altra parte del tabellone, Francia–Belgio ha aperto i quarti. In caso di successo, l’Italia incrocerà la vincente di Francia–Belgio in semifinale. Finale prevista domenica 23 novembre alle 15:00.
Precedenti storici e inerzia psicologica
L’Italia arriva alle Final 8 con la consapevolezza di chi ha appena riscritto la propria storia: due titoli consecutivi, 2023 e 2024, con una finale – quella del 24 novembre 2024 – decisa dai due singolari di Matteo Berrettini e Jannik Sinner contro l’Olanda. È un capitale di fiducia che non si improvvisa, un archivio emotivo che torna utile quando il punteggio stringe. La Austria, invece, non ha mai vinto la Davis; il suo picco è la semifinale del 1990. È una nazionale che si è costruita a colpi di Challenger, con un doppio da circuito maggiore: sono proprio questi dettagli – la specializzazione, l’abitudine a giocare “per il punto” – che la rendono un’avversaria assolutamente reale, al netto dei ranking.
Chiavi tattiche: dove si può vincere, dove si può perdere
- Servizio e prima palla: su indoor hard, la % di prime e la qualità della seconda determinano il pendolo dell’inerzia. Berrettini e Cobolli devono restare sopra il 62-65% di prime in campo per non regalare metri in risposta a Rodionov (mancino, angoli naturali) e Misolic (timing pulito sulla seconda).
- Rottura del ritmo: l’Austria preferisce lo scambio lineare. L’Italia ha più varianti – smorzate, back di rovescio, attacchi in controtempo – e deve usarle senza diventare leziosa.
- Punti “corti” vs punti “lunghi”: Berrettini dovrà chiudere il 70-75% dei punti entro i primi 4 colpi; se il palleggio si allunga, Rodionov trova il rovescio piatto e spinge il mancino in cross. Cobolli può permettersi qualche scambio in più, ma dandosi un target: non superare i 10-12 colpi medi nel game di pressione.
- Dettagli del doppio: attenzione alla zona “I-formation”: Vavassori manovra bene, ma Erler è rapidissimo a stringere la rete. Le risposte alle caviglie (low return) saranno la moneta più preziosa.
Le certezze del regolamento (e perché contano)
In Coppa Davis la dichiarazione della formazione arriva fino a un’ora prima del via: un margine che lascia spazio a Volandri per “pesare” le sensazioni dell’ultimo allenamento e calibrare l’utilizzo di Sonego qualora servisse. Lo stesso vale per Melzer, che potrebbe muovere il suo n.2 tra Rodionov e Neumayer in base ai match-up. Non è fumo: è la grammatica di una competizione che, proprio in questi dettagli, ha costruito volti e memorie.
La posta in gioco
Per l’Italia la partita vale molto più di una semifinale: significa restare fedele alla propria identità in un anno in cui la rosa ha dovuto ridistribuire leadership e compiti. Per l’Austria, invece, è il momento della legittimazione: il percorso delle qualificazioni ha già raccontato una squadra capace di soffrire e di prendersi i momenti che contano.
Previsione? In Coppa Davis le previsioni appartengono a un altro sport. Ma su indoor e con questa SuperTennis Arena, l’Italia parte con mezza lunghezza di vantaggio: dritto e servizio di Berrettini sono una garanzia nei punti pesanti; Cobolli ha il tennis per aprire il campo di Misolic; e, se si andrà al doppio, il feeling di Bolelli–Vavassori davanti al pubblico di casa è un patrimonio su cui è lecito contare. L’altra metà, quella che fa la differenza, starà nelle percentuali. E nei nervi.