la difesa sui social
«Risponderò a ogni domanda del giudice». Saverio Romano si difende sui social e attacca i giornalisti
Il parlamentare accusato dalla Procura di Palermo di avere contribuito a turbare una gara d'appalto all'Asp di Siracusa, scrive un lungo post su Facebook
«La prima forma di difesa è la trasparenza: renderò interrogatorio davanti al giudice risponderò ad ogni domanda». Il parlamentare nazionale di Noi Moderati Saverio Romano torna a difendersi con un nuovo post sulla sua pagina Facebook. È accusato dalla Procura di Palermo di corruzione e turbativa d'asta nel filone siracusano dell'inchiesta che vede coinvolto anche Totò Cuffaro.
«Combatterò con tutte le mie forze per affermare la mia innocenza, lo devo a me stesso, ai miei familiari, ai miei amici ed alle mie amiche, alla mia comunità politica, a quei cittadini italiani che hanno già sofferto l’ingiustizia della gogna mediatica - scrive Romano - Non c’è vendetta, in questa battaglia. C’è solo la volontà di restituire dignità a un principio: nessuno è colpevole finché non è condannato».
In un lungo post dal titolo «Storia di un orrore giudiziario», il parlamentare se la prende con i giornalisti. «Cronaca di un processo mediatico prima che giudiziario - afferma - In poche ore, senza che vi sia la riservatezza che dovrebbe accompagnare la presunzione d’innocenza, un nome viene esposto al pubblico ludibrio. La stampa locale rilancia, quella nazionale amplifica, i social giudicano. Nessuno legge le carte, ma tutti commentano. Eppure, nel provvedimento non c’è nulla più di un supposto episodio da verificare davanti al Giudice». E ancora: «La Procura scrive “allo stato”, ma la stampa legge “colpevole”. E in quell’avverbio “allo stato” si consuma la distanza tra diritto e opinione, tra verità e suggestione. Non esiste garanzia che regga all’urto del pregiudizio. Il processo mediatico non ha regole, non conosce presunzione d’innocenza, non ammette difesa. Basta un titolo per costruire una colpa».
Secondo i magistrati di Palermo, Romano è coinvolto nella turbativa della gara d'appalto dell'Asp di Siracusa per l'aggiudicazione dei servizi di ausiliariato, aggiudicata dalla Dussman. In particolare il direttore generale dell'azienda sanitaria Alessandro Caltagirone sarebbe stato sponsorizzato da Romano e da Cuffaro. Come si legge dalle carte, i due avrebbero poi fatto pressioni sul manager per assegnare la gara alla Dussman, «la quale in cambio garantiva la stabilizzazione di posizioni lavorative di soggetti indicati da Cuffaro e la scelta di un subappaltatore – Mazzola Sergio, titolare della ditta Euroservice – vicinissimo a Romano, al quale veniva assicurato anche un incremento delle prestazioni subappaltate».
Il deputato di Noi Moderati sarà interrogato il 14 novembre prossimo. Il gip dovrà decidere sulla richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Procura.