le reazioni
Inchiesta Cuffaro, Schifani: «Indagati dimostreranno la loro estraneità». Opposizioni all'attacco, La Vardera: «Dc fuori dalla giunta»
Il presidente della Regione interviene, per esprimere fiducia nella magistratura. Nessuna concessione rispetto alle richieste di Pd, Movimento 5 stelle e La Vardera
«Esprimo la mia piena fiducia nell’operato della magistratura, che svolge con rigore e senso dello Stato il proprio compito di accertare la verità dei fatti. Gli indagati potranno dimostrare, nelle sedi opportune, la loro estraneità alle contestazioni mosse dalla Procura». Il presidente della Regione Renato Schifani interviene così sull'indagine della Procura di Palermo che vede coinvolti Totò Cuffaro e Saverio Romano e altri 16 persone, tra cui politici, dirigenti e funzionari di aziende sanitarie. «La Presidenza della Regione - precisa una nota successiva - segue con la massima attenzione e con il massimo rigore gli sviluppi dell’inchiesta odierna della Procura di Palermo con riferimento all’Asp di Siracusa, riservandosi di adottare i provvedimenti di competenza all'esito della pronuncia del Gip».
Nessun cedimento quindi alle richieste delle opposizioni. «Un quadro macabro e pericoloso della cosa pubblica - ha commentato il leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera - Sia chiaro, siamo garantisti e sicuri che procura e istituzioni faranno del loro meglio per portare alla luce la verità. Ma davanti a quanto emerso oggi su Cuffaro, Romano e tanti altri della Dc, Schifani non può di certo restare a guardare, il presidente della Regione deve necessariamente tutelare l’immagine della Sicilia e usare il pugno duro». Detto meglio: «Non può esserci spazio — aggiunge — per l’attesa di un verdetto, deve immediatamente intervenire mettendo alla porta la Dc e togliendola dalla sua giunta. Non è immaginabile che continuino a governare l’Isola con questi presupposti: per questa ragione ho già chiesto a tutta l’opposizione di presentare insieme, già oggi, una mozione urgente di sfiducia. È il momento che questo governo vada a casa».
Mozione di sfiducia che annuncia di volere sostenere Carlo Calenda, che però non ha deputati all'Ars: «Sosteniamo pienamente la mozione di sfiducia annunciata da La Vardera e chiediamo a tutte le forze di opposizione all'Assemblea regionale siciliana di avere il coraggio di agire insieme, mettendo fine a questa pagina vergognosa e indegna per le istituzioni siciliane». Poco prima Calenda, appena saputo dell'inchiesta, aveva rilanciato un'idea già sostenuta ultimamente: «Firma e fai firmare per sciogliere la Regione siciliana e commissariarla. Agiamo insieme, ora!».
Il Movimento 5 stelle rilancia chiedendo a Schifani di «staccare la spina al suo governo». «È l'ennesimo, durissimo colpo alla credibilità del governo Schifani - affermano il coordinatore regionale del M5S Nuccio Di Paola, e il capogruppo 5 Stelle all'Ars, Antonio De Luca, unitamente alla deputazione nazionale del Movimento - già messa a dura prova dalle recenti indagini che coinvolgono due suoi assessori, Sammartino e Amata, e il presidente dell'Ars Galvagno, cioè rappresentanti di partiti che sono importantissimi azionisti del suo esecutivo. Crediamo pertanto che sia arrivato il momento per il presidente della Regione di togliere la spina a un esecutivo che, finora, non ha prodotto risultati apprezzabili per i siciliani, per avere affossato definitivamente la sanità e per avere litigato senza soluzione di continuità per la spartizione delle poltrone che contano. Siamo perfettamente consapevoli – concludono – che non siamo in presenza di una sentenza, ma crediamo comunque che le tante, troppe ombre che avvolgono il governo Schifani, ormai delegittimato, non ci permettano di aspettare il normale corso delle indagini mentre queste notizie scavano un baratro tra la gente e le istituzioni».
Il Partito democratico ribadisce che «la sanità deve servire a garantire ai cittadini il diritto alla salute, nel governo Schifani la utilizzano per garantirsi il diritto alle poltrone». «Naturalmente - sottolinea Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars - aspettiamo di conoscere gli sviluppi ribadendo il pieno sostegno nell'operato della magistratura, quel che è certo è che fino a quando la politica non riuscirà a rompere ogni contatto con il mondo degli appalti, la Sicilia è destinata a leggere altre notizie come quella di oggi». Il segretario regionale del partito Anthony Barbagallo attacca: «Schifani non può più fare finta di nulla e manifestare fiducia nella magistratura. Questo sistema opaco, poco trasparente che favorisce interessi illeciti è frutto della sua azione di governo. Intervenga subito oppure – conclude - se ne vada per manifesta inadeguatezza a governare».
Per Cateno De Luca, deputato di Sud chiama Nord, «notizie come quelle di oggi fanno male alla politica e alla nostra terra. Non gioisco, come forse faranno altri, erroneamente convinti che la credibilità di governo si conquisti con l'arte dello sciacallaggio o alimentando il clima del lancio delle monetine. Ringrazio la magistratura palermitana per il lavoro che svolge per smascherare presunti sistemi corruttivi in uno dei settori più delicati, la sanità - aggiunge- ma mi auguro che la giustizia faccia il proprio corso con celerità e fino in fondo, per tutelare anche chi fa buona politica e ha pagato sulla propria pelle il prezzo di un sistema ingiusto. Io so cosa significa finire nel tritacarne giudiziario: quindici anni di gogna mediatica e politica, conclusi con assoluzioni piene per non aver commesso il fatto, ma senza un reale risarcimento umano».
