I transfughi
«Ne arriveranno altri»: Sammartino all’assalto della diligenza di Fratelli d'Italia
A Catania consiglieri ed un ex dirigente alla lega

Luca Sammartino
Non è che ci sia poi molto dove pescare. Forza Italia no, perché è il partito del presidente Renato Schifani. La Dc no, perché ormai sarebbe come rubarsi in casa. L’Mpa no, perché figurarsi, e poi c’è comunque il patto con FI e, quindi, Schifani. Alla Lega del redivivo Luca Sammartino («Ma quando mai se n’era andato?»), rientrato all’Agricoltura e alla vicepresidenza della Regione, non rimanevano altre opzioni: c’era solo lo stagno di Fratelli d’Italia. Un partito, tra l’altro, attaccato nel suo momento di massima debolezza: fiaccato in Sicilia dall’indagine a carico del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e dallo scandalo che e è conseguito; dalla fuoriuscita di grandi portatori di voti (Carlo Auteri è andato alla Dc, dopo lo scandalo dei fondi regionali alle associazioni di amici e parenti); e dall’addio sofferto dell’ex vicecapogruppo alla Camera dei deputati Manlio Messina (che somiglia più a un «Arrivederci, amore, ciao»). Il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni perde pezzi a ogni piè sospinto.
L’ultimo transfugo viene da Mascalucia, nel Catanese: Francesco D’Urso Somma, vicinissimo a Manlio Messina, di Fratelli d’Italia era stato perfino vicecoordinatore regionale. E ieri, con un colpo di teatro, ha fatto il grande salto. Lui e tutto il suo gruppo. Due volte candidato sindaco, figlio d’arte di un più volte primo cittadino e deputato regionale, fino a quest’estate Francesco D’Urso Somma appariva sorridente in tutte le foto con il gotha del partito meloniano. «Siamo certi che insieme faremo un ottimo lavoro di squadra sul territorio del Catanese», ha detto la deputata e coordinatrice della Lega etnea Valeria Sudano, accogliendolo a braccia aperte, in questo suo salto politico sempre tra i sovranisti.
Il mercato politico leghista si è aperto ufficialmente il 27 settembre con tre acquisti annunciati lo stesso giorno. Mimmo Livorno, assessore al Bilancio del Comune di Misilmeri (nel Palermitano), è servito a dichiararsi belligeranti: «Un impegno ancora più forte della Lega» nei Comuni che andranno al voto la prossima primavera, affermava Giuseppe Amodeo, vicecommissario provinciale di Palermo.
Sempre quel famoso 27 settembre, il vero affare è arrivato da Catania: i consiglieri comunali Andrea Barresi e Paola Parisi, tandem inossidabile, assi pigliatutto delle preferenze, già alle amministrative 2018 di pura fede meloniana (praticanti della corrente del senatore Salvo Pogliese), abbandonano il carro della presidente del Consiglio per salire su quello di Sammartino. «Troppe divisioni correntizie», diceva Barresi a La Sicilia. Mentre un altro clamoroso ex Fratello oggi leghista, Raffaele Stancanelli, si congratulava pubblicamente con Paola Parisi, «sempre militante a destra», per la scelta.
Sembra un accerchiamento. Ogni colpo portato a segno con precisione millimetrica. E fonti attendibili vicine a Sammartino-Sudano sorridono: «Ne arriveranno diversi altri dalla provincia di Catania». Come a dire: tremate, tremate.