Botta e risposta
Tributi, ancora scontro La replica dei dirigenti alle accuse del Comune

Sulle «illazioni e insinuazioni» su un presunto «procurato allarme», i dirigenti dei tributi non si soffermano. Parte la loro bordata di ritorno, nella guerra legata alla protesta dei dipendenti delusi dai criteri varati dal Comune per le promozioni interne e perciò riluttanti a proseguire nello svolgimento di mansioni superiori. Il responsabile Tari Fabrizio La Malfa e la capo area Maria Mandalà, che la settimana scorsa avevano consegnato un quadro in picchiata sulle entrate previste per il 2026 (meno dieci milioni) rispondono al direttore generale Eugenio Ceglia, che aveva intimato di fare chiarezza entro tre giorni. Eccola, la relazione, dieci pagine che partono dall’accusa di avere acceso gli animi: per i dirigenti aver «recepito malumore tra i dipendenti» è invece prova del dovere di lealtà nel segnalare qualsiasi criticità. «Il comprensibile allarme ha indotto il personale a produrre una nota con proposte di modifiche». La polemica sulla carenza di personale: «L’assegnazione di risorse umane è avvenuta in conformità alla volontà del legislatore nazionale, in concomitanza con la sottoscrizione dell’accordo tra lo Stato e la Città di Palermo, all’epoca caratterizzata da tassi di riscossione particolarmente bassi. Pertanto, l’area non è stata l’unica beneficiaria». Fino alle mansioni superiori, «spontaneamente effettuate per il profondo sentimento di appartenenza e nella speranza, foraggiata da tutti, di ricevere un giorno un riconoscimento giuridico. L’Amministrazione non può di certo pretenderne lo svolgimento, sarebbe contra legem».
Il Comune riceve e si prende almeno un giorno per la controreplica. Ugo Forello e Giulia Argiroffi, consiglieri di Oso, vogliono «scuse per i modi utilizzati, al dirigente e alla capo area, che hanno risposto alle sollecitazioni del direttore generale. Con le congratulazioni all’ufficio tributi per l’incessante lavoro svolto negli ultimi anni».