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Sanità, FdI non vota le nomine di Schifani: «Serve più chiarezza». «Una scelta tecnica»

Indigesta la conferma del super dirigente Iacolino, gelo su Firenze all’Asp di Palermo. Le opposizioni contestano

Accursio Sabella

04 Ottobre 2025, 13:31

Sanità, FdI non vota le nomine di Schifani: «Serve più chiarezza». «Una scelta tecnica»

Per il presidente della Regione Renato Schifani si tratta solo di «una scelta tecnica, la conferma di un dirigente che ha lavorato bene». Per Fratelli d'Italia, invece, il problema è politico e anche il giudizio sul burocrate non è così entusiasta. È in questa divergenza di opinioni sulla conferma di Salvatore Iacolino al vertice del dipartimento della Pianificazione strategica che sta la questione.

E dalle parti dei meloniani gli animi sono tutt'altro che sereni. La scelta di Iacolino, abbinata a quella di Alberto Firenze al vertice dell'Asp di Palermo, suona come uno smacco che Fdi avrebbe volentieri evitato. Convinti, tra l'altro, di poter puntare su un cavallo vincente, quel Mario La Rocca rimasto ultimo idoneo tra gli “interni”, dopo la scrematura portata avanti da una commissione di alti dirigenti con tante “zeta” (Ignazio Tozzo, Margherita Rizza e Salvatrice Rizzo) e fermato da un potenziale conflitto d'interessi riguardante la presenza di alcuni parenti nel mondo dei laboratori d'analisi. Un'accusa che il diretto interessato ha rispedito al mittente: «Una sentenza mi ha dato ragione, affermando che l'incompatibilità non esiste». Lo ha fatto al termine di una giunta che ha visto la plateale assenza degli assessori di Fratelli d'Italia, invitati dal commissario Luca Sbardella a disertare la riunione, nel caso in cui Schifani avesse insistito su Iacolino.

E così è stato. L'unico presente, l'assessore ai Beni culturali Francesco Scarpinato, ha consegnato al governatore due note: una che conteneva la disponibilità di La Rocca a dimettersi immediatamente dai Beni culturali e di accettare l'eventuale sanzione prevista dal contratto per il mancato preavviso. E quella che metteva in fila i dubbi sulla scelta di un esterno che avrebbe potuto provocare un danno erariale, come è avvenuto in passato per i presidenti Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta in seguito alla nomina di Patrizia Monterosso a segretario generale. Lettura smentita dagli uffici del governo, secondo i quali, di fatto, Iacolino restava l'unico nome possibile. L'amarezza dei meloniani, pubblicamente, ha trovato sfogo in un comunicato che porta la firma di due parlamentari nazionali e che fa riferimento ad «alcune perplessità, legate – hanno dichiarato il senatore Raoul Russo e il deputato Francesco Ciancitto - allo stato di attuazione del Pnrr, alla riduzione delle risorse per l'assistenza domiciliare, ad alcune scelte nella programmazione sanitaria e alla concessione di posti letto ai privati non pienamente coerente con la rete ospedaliera». Un giudizio, quindi, per nulla favorevole, quello sull'operato di Iacolino. «Sono questioni – rincarano i parlamentari - già oggetto di attenzione da parte della Corte dei Conti, che richiedono un approfondimento sereno». E da lì, il suggerimento al governatore di «valutare se e come intervenire in autotutela. Nelle migliori coalizioni non mancano differenze di vedute: è fisiologico che talvolta emergano. Fratelli d'Italia resta convinta che, con il contributo di tutti, la Regione potrà ritrovare la coesione necessaria per affrontare le sfide che attendono la sanità siciliana e i cittadini».

Da parte sua, il presidente ha provato a gettare acqua sul fuoco e lo ha fatto dalla Festa dell'Amicizia organizzata a Ribera da Totò Cuffaro: per il governatore, quella di Iacolino è «una scelta tecnica, la conferma di un direttore uscente che ha lavorato bene. Una scelta che parte da una procedura che ho sempre seguito, con la proposta dell'assessore e la condivisione della giunta. Fermo restando – ha aggiunto - che credo fortemente dell'unità della coalizione, anche con Fratelli d'Italia che ha mostrato qualche perplessità».

Ma gli strascichi potrebbero emergere presto. Anche perché non è passata inosservata l'assenza, in occasione della giunta, di Francesco Colianni, assessore che fa riferimento all'Mpa di Raffaele Lombardo. Lo stesso ex governatore di Grammichele, d'altra parte, in passato non aveva risparmiato critiche sulla gestione della sanità in Sicilia.

A fare quadrato attorno a Schifani e a Iacolino praticamente tutta Forza Italia: dall'assessore Edy Tamajo al deputato Marco Intravaia (che brindano alla nomina di Firenze all'Asp 6), dal capogruppo all'Ars Stefano Pellegrino e dai componenti del gruppo Nicola D'Agostino a Riccardo Gennuso.

Critiche arrivano invece dall'opposizione che, con il coordinatore siciliano del M5S Nuccio Di Paola e col capogruppo all'Ars del Pd Michele Catanzaro parla di una sanità ridotta a una questione politico-elettorale e di poltrone, mentre il capogruppo alla Camera di Iv, Davide Faraone ha annunciato un esposto alla Corte dei conti.