×

Attualità

Giovanni Dimauro: «A Catania formiamo i "super-tecnici" che gli hotel ci chiedono»

Il direttore generale dell'Its Archimede spiega il successo del corso ospitato al De Felice Olivetti: «Non vendiamo illusioni, ma competenze pratiche. Le imprese hanno bisogno di noi»

Redazione La Sicilia

29 Dicembre 2025, 11:14

Giovanni Dimauro: «A Catania formiamo i "super-tecnici" che gli hotel ci chiedono»

«Il turismo è cambiato. Non basta più soltanto la gentilezza, serve la competenza tecnica. E le aziende siciliane, oggi, hanno una "fame" incredibile di figure specializzate».

A parlare è Giovanni Dimauro, direttore generale dell'Its Academy Fondazione Archimede, alla guida insieme al presidente Andrea Corso e a un affiatato staff della macchina organizzativa dietro i corsi di alta specializzazione che stanno ridisegnando il mercato del lavoro nell'isola. Con l'avvio della terza edizione del corso in Hospitality management a Catania, presso l'istituto De Felice Olivetti, abbiamo chiesto a lui di spiegarci la formula di questo successo.

Direttore, tornate a Catania con una terza edizione. È un segnale di continuità?

«Assolutamente sì. Catania è un polmone turistico vitale, vibrante, complesso. Le prime due edizione sono state una scommessa vinta: abbiamo visto ragazzi entrare in aula timorosi e uscirne professionisti consapevoli. La partnership con il De Felice Olivetti e la sua dirigenza, che ringrazio, è strategica: essere in piazza Roma significa essere al centro della città, visibili e accessibili. Abbiamo deciso di investire ancora qui perché le aziende del territorio ci chiedono continuità. Non vogliono un "fuoco di paglia", vogliono un vivaio costante da cui attingere risorse umane di qualità».

Cosa distingue un diplomato Its da un laureato triennale?

«Sono percorsi diversi e complementari. L'Università dà una base teorica indispensabile, noi diamo il "saper fare". Il nostro studente, dopo due anni, sa usare i software gestionali alberghieri (Pms), sa leggere un bilancio preventivo di un evento, sa gestire il front office in situazioni di stress. I nostri docenti non sono professori accademici, sono manager che la mattina lavorano in hotel e il pomeriggio vengono in aula a spiegare i problemi che hanno risolto poche ore prima. Questo azzera la distanza tra formazione e lavoro».

Si parla spesso di "mismatch", il divario tra domanda e offerta di lavoro. Voi come lo combattete?

«Lo combattiamo progettando i corsi insieme alle aziende. Prima di scrivere il programma di Hospitality management ci siamo seduti al tavolo con i direttori delle grandi catene e abbiamo chiesto: "Cosa deve saper fare il ragazzo che assumerete tra due anni?". Abbiamo costruito il percorso sulle loro risposte. Ecco perché il nostro placement è così alto. Non formiamo disoccupati colti, formiamo tecnici richiesti».

Qual è l'identikit del candidato ideale per questa nuova edizione a Catania?

«Cerchiamo curiosità e passione. Non serve essere dei geni della matematica o conoscere già tre lingue alla perfezione (anche se l'inglese lo potenzieremo molto). Serve l'attitudine all'accoglienza, la voglia di mettersi in gioco e l'umiltà di imparare un mestiere che richiede sacrificio ma regala enormi soddisfazioni. Ai giovani dico: non perdete tempo. Se il turismo è la vostra passione, l'ITS è la via più diretta per trasformarla in stipendio e carriera. I posti ci sono, ma sono per chi ha davvero voglia di correre».