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la guerra in Ucraina

Zelensky svela il piano decisivo per la pace con la Russia: cosa c'è nel dossier chiave sul tavolo di Trump

Kiev aggiorna la strategia di pace dopo i negoziati con i leader europei. Al centro, il futuro del Donbass e le garanzie di sicurezza per fermare l’avanzata russa. La partita si sposta su Washington, dove il documento sarà consegnato nelle prossime ore

Redazione La Sicilia

09 Dicembre 2025, 20:20

20:21

Zelensky svela il piano decisivo per la pace con la Russia: cosa c'è nel dossier chiave sul tavolo di Trump

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato l’invio domani a Washington di un piano aggiornato per mettere fine al conflitto con la Russia, dopo le recenti modifiche concordate con gli alleati europei. «Stiamo lavorando oggi e continueremo domani. Credo che lo consegneremo domani», ha dichiarato rispondendo a una domanda di un giornalista sull’invio del documento agli Stati Uniti.

La partita decisiva si gioca su due nodi cruciali: il controllo del Donbass, in particolare del Donetsk, e le garanzie di sicurezza. Per il Cremlino, conquistare il Donbass significherebbe poter proclamare una vittoria di Vladimir Putin, nonostante il pesante bilancio di oltre un milione tra morti e feriti e le gravi ripercussioni economiche. Le garanzie di sicurezza, invece, definiranno se gli appetiti di Mosca su altre zone dell’Ucraina e persino sui Paesi vicini come i Baltici, potranno essere frenati.

Il piano originale, articolato in 28 punti, prevedeva il ritiro delle forze ucraine dalla parte dell’Oblast di Donetsk sotto controllo e la trasformazione di quell’area in una zona cuscinetto neutrale e smilitarizzata, riconosciuta a livello internazionale come territorio russo. La «linea rossa» per Zelensky resta tuttavia la parola «riconoscimento». Il presidente ucraino ha più volte chiarito che non può cedere ufficialmente territori e che, nel caso, sarebbe necessario un referendum popolare, pena la sua uscita politica e perdita dell’immunità. Il compromesso potrebbe essere un ritiro delle truppe, con la trasformazione dell’area in una «terra di nessuno» sotto monitoraggio internazionale.

Sulle garanzie di sicurezza, l’Ucraina mantiene una posizione ferma. Dal 2014 Kiev ha fortificato il Donetsk, e consegnare le linee difensive alla Russia aprirebbe la strada verso il fiume Dnipro. Il piano originario era vago, ma ora prende forma un modello ispirato all’articolo 5 della Nato, con clausole precise per evitare un «protocollo di Budapest 2.0», cioè la rinuncia alle armi nucleari in cambio di protezione territoriale. Il ruolo degli Stati Uniti si conferma cruciale: la Coalizione dei Volenterosi, con Parigi e Londra in prima linea, spinge per un sostegno concreto. Il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha assicurato che «non lasceremo sola l’Ucraina come altri hanno fatto con l'Afghanistan», sottolineando l’importanza dell’impegno transatlantico.

Infine, resta aperto il tema degli asset russi in Europa. Mentre il piano in 28 punti ha escluso questioni riguardanti direttamente l’Europa e la Nato, le posizioni Usa e Ue sugli asset confiscati restano divergenti. Il pacchetto finanziario europeo a sostegno di Kiev è diventato un caposaldo politico, con l’Unione che si è limitata a interventi di contenimento nei negoziati. La strategia europea sugli asset, spiegata dall’alto rappresentante Kaja Kallas, manda tre segnali forti: confermare il sostegno all’Ucraina, obbligare la Russia a pagare per la guerra e dimostrare agli Stati Uniti che l’Europa ha ancora leve da giocare sul tavolo internazionale.