LA GUERRA
Cauto ottimismo a Ginevra, Usa e Ucraina vicine a un piano di pace in 24 punti: tutti i dettagli
Ancora «pendente» ci sarebbe proprio il ruolo futuro di Ue e Nato ma, ha assicurato Rubio, «nessuna delle questioni ancora irrisolte è insormontabile»
C'è ancora molto da fare ma mai ci sono stati «grandi progressi» come nell’ultima giornata. Sono ore concitate a Ginevra, ma si respira un cauto ottimismo sul piano di pace per Kiev tra americani e ucraini, anzi «molto» ottimismo come si sbilancia a sera Marco Rubio, augurandosi di chiudere «il prima possibile» magari proprio entro giovedì, la deadline inizialmente fissata da Donald Trump.
Sul tavolo c'è il piano rivisto in mattinata da ucraini e europei, quello che alcuni chiamano «contro-proposta» (non gli italiani) che da 28 passa a 24 punti, messi nero su bianco per spuntare condizioni migliori non solo per il Paese guidato da Volodymyr Zelensky ma per la stessa Europa. Ancora «pendenti» ci sarebbero peraltro proprio il ruolo futuro di Ue e Nato ma, ha assicurato ancora Rubio, «nessuna delle questioni ancora irrisolte è insormontabile». Fermo restando che il piano «affinato» col lavoro diplomatico di queste ore, avrà bisogno del via libera dei «due presidenti», Trump e Zelensky. Al netto della risposta di Mosca - ispiratrice della proposta di Trump per molti critici - che per il momento osserva in silenzio le trattative in Svizzera.
L’aggettivo più gettonato, in un susseguirsi di molteplici round di incontri in diversi formati, è «costruttivi». Lo sono stati, a sentire il capo negoziatore di Kiev Andriy Yermak, i colloqui della mattinata che hanno permesso di limare e rendere più digeribile la proposta da avanzare per far finire la guerra, senza smantellare del tutto i 28 punti di Donald Trump. Cessate il fuoco, linea del fronte nel Donbass come base di partenza della trattativa sui territori, escludendo la cessione di tutta la regione, niente ridimensionamento dell’esercito ucraino e modello articolo 5 della Nato (i Paesi intervengono in caso di aggressione di un alleato, una delle iniziali proposte "italiane», rivendicano da Roma) per garantire anche in futuro la sicurezza dell’Ucraina sono alcune delle principali revisioni al vaglio degli sherpa.
All’hotel Intercontinental, a pochi passi dalla missione americana a Ginevra (e pure da quella russa, precisano dei passanti con la scritta sui giubbotti 'Slava Ukrainì) è tutto un via vai di diplomatici e militari. Gli europei (di Consiglio e Commissione Ue, Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna, oltre alla Nato) si confrontano per coordinare le posizioni nella hall, mentre il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, è già al piano superiore, strettamente sorvegliato, insieme al segretario dell’esercito Usa, Daniel Driscoll. I due lasciano l'albergo a metà pomeriggio. Poco prima era partita la missione ucraina. Tutti diretti nella sede permanente americana nella città svizzera dove i colloqui si fanno più formali. E dove ci saranno incontri anche con la delegazione europea.
«Il piano potrebbe includere punti chiave per noi», twitta Zelensky dopo i primi resoconti del suo braccio destro (a Ginevra c'è anche il suo ministro della Difesa Denis Shmyhal), facendo capire che crede davvero che ci possano essere "risultati positivi». Sulla trattativa si abbatte però il verbo trumpiano, che torna a definire l’Ucraina «ingrata» e gli europei colpevoli, a suo dire, di acquistare «ancora petrolio dalla Russia».

Dagli Usa arrivano però anche le notizie più confortanti di una apertura a rafforzare la «deterrenza post-bellica», con americani e alleati che aiuterebbero l’Ucraina a costruire un «muro» di sicurezza lungo la linea del cessate il fuoco, usando tecnologia avanzata.
Le riunioni sono state «le più produttive e significative finora», le parole di Rubio alla stampa. La deadline è che vogliamo
concludere il prima possibile, sarebbe ideale farlo entro giovedì», ha aggiunto dicendosi «molto ottimista sul fatto che riusciremo a concludere qualcosa qui». Al suo fianco Yermak che gli fa eco sottolineando che si sono fatti «progressi verso una pace giusta e duratura». Se ne continuerà a parlare fino a tarda sera, mentre il ministro degli Esteri ucraino aggiornerà i suoi omologhi europei. E nella notte potrebbe esserci anche un aggiornamento tra i leader, che quasi solo di Ucraina hanno discusso al G20 in Sudafrica e hanno in programma una riunione di emergenza a margine del vertice Ue-Africa in Angola. Poi mercoledì si rivedrà anche il gruppo dei Volenterosi in videoconferenza. Per accompagnare passo passo i progressi tra americani e ucraini e garantire non solo la sicurezza di Kiev ma pure quella europea, come sottolinea Roma nel corso di una call tra i ministri degli Esteri.
