Università
Test di medicina, monta la protesta: ecco la decisione del ministro Bernini sulla sua validità
L'annuncio di un ricorso collettivo dopo foto sui social sui quesiti della prova
Da un lato la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, e la Crui rassicurano: «la macchina ha retto» e il test di medicina «resterà valido».
Dall’altro, la protesta degli studenti che si dicono pronti al ricorso collettivo contro il semestre filtro.
Al momento però, gli oltre 50mila aspiranti medici che ieri hanno sostenuto il primo appello dopo il semestre 'apertò, non dovranno ripetere l’esame. Nonostante alcune foto della prova siano circolate sui social e nei gruppi privati, mentre il test era ancora in corso, non ci sarebbe, infatti, il rischio di un annullamento generalizzato. Per i casi specifici, invece, sì: chi ha violato le regole, ed è stato scoperto, ha già visto il proprio compito ritirato. E agli altri, man mano che verranno individuati, toccherà la stessa sorte, ha promesso da Bernini.
«Se qualche furbetto ha cercato di portare telefonini all’interno delle Università, e alcuni sono stati trovati e espulsi, o ha cercato di falsare gli esiti di questa importantissima prova pubblicando online i compiti - ha spiegato la ministra - risaliremo a questi furbetti e annulleremo i loro compiti». Parallelamente la Conferenza dei rettori ha fatto sapere di aver già avviato «una ricognizione sulle immagini dei compiti apparse sul web, per individuare i responsabili» precisando però che il numero di irregolarità rimane «marginale» rispetto alla mole di candidati.
Un racconto diverso arriva, invece, dagli studenti. Parlano di un «susseguirsi di errori e disorganizzazione» durante le prime prove del semestre filtro. E per questo l’Unione degli Universitari annuncia di essere pronta «a un ricorso collettivo che chieda per tutti l’ingresso in sovrannumero e nella prima sede». Il numero chiuso, ribadisce l’Udu, andrebbe «abolito» e "non reinventato peggio". Accanto agli studenti si schiera il Codacons, che valuta un ricorso al Tar per conto di tutti gli universitari che hanno sostenuto la prova. La giustizia amministrativa, dice l’associazione, «si pronunci sulla validità dell’esame» in quanto la pubblicazione delle immagini «avrebbe compromesso il principio di segretezza della prova scritta».
Dal canto loro, le opposizioni chiedono alla ministra di riferire in Aula per «assicurare uniformità di procedure e valutazioni - dice il Pd - tra gli atenei e affrontare con urgenza le carenze strutturali che hanno compromesso la credibilità del semestre filtro». Una riforma che i Dem definiscono un «flop» e «un inganno». «Serve un cambio radicale di modello, visto che è emersa la totale inadeguatezza di un finto semestre filtro, che è in realtà un bimestre svolto prevalentemente in modalità telematica, con contenuti didattici inadeguati sia per la preparazione dell’esame sia per la prosecuzione degli studi in Medicina», sostengono.
Parole che Bernini rispedisce al mittente, parlando di un esito «assolutamente positivo» del semestre aperto. Un modello che, assicura, avrebbe funzionato «perfettamente». Dunque, conclude la ministra, «stanno continuando a nascondersi dietro pochi furbetti che hanno violato le regole».