Andrea Sempio non ha ritenuto eccessivi i 35mila euro versati ai propri legali quando fu indagato per la prima volta per l’omicidio di Chiara Poggi. «Noi ci siamo trovati in mezzo a quel vortice, non sapevamo nulla di questioni legali, non avevamo la minima idea di quali potessero essere i costi e francamente, quando sei dentro, l’unica cosa che ti interessa è uscirne» ha dichiarato in un’intervista a «Chi l’ha visto».
«Quindi qualunque richiesta ti fanno di soldi, pensi che se te li chiedono sarà così. Ed è quello che abbiamo fatto: ci siamo sempre prestati a tutte le richieste».
Il trentasettenne ha escluso qualsiasi collegamento con ipotesi di corruzione legate all’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, al centro di un’inchiesta per corruzione della Procura di Brescia. «Non ci può essere alcun collegamento con l’idea di corruzione. Faranno le loro verifiche ma non ci può essere nulla che colleghi noi a Venditti, a qualche caso strano di corruzione. Parliamo comunque di cifre basse, molto dilazionate nel tempo».
E ha aggiunto: «A meno che i miei avvocati molto generosamente, senza dire nulla, magari hanno messo da parte i soldi per arrivare a metterli in mano a qualcuno... ma non credo, non tornano le cifre e i tempi».
Sempio ha spiegato di avere affrontato direttamente la questione con il suo ormai ex difensore, Massimo Lovati: «Gli ho chiesto esplicitamente se fosse successo qualcosa, se potesse saltar fuori qualcosa che non so, che non mi aspetto riguardo all’ipotesi di corruzione, e lui mi ha garantito no, che sotto non c’era nulla».
Nel corso dell’intervista, Sempio ha anche chiarito il significato dell’appunto del padre finito agli atti del fascicolo bresciano: non si trattava di «20 o 30 mila euro per l’archiviazione», bensì di 20 o 30 euro, ovvero il costo materiale per ottenere la copia dell’atto. «Quando scrive 20.30 intende venti o 30 euro. Secondo me quello è un appunto che si era scritto e non è nulla di più di lui che parla con gli avvocati e chiede “per avere in mano la stampa dell’archiviazione quanto viene?” e l’avvocato gli avrà detto “venti o trenta euro”».
Sempio ha sottolineato che esistono altri appunti del padre con le spese legali «annotate in migliaia», a conferma della diversa natura di quelle somme.
Quanto all’ipotesi di presunti festini o altre situazioni scoperte da Chiara Poggi al Santuario della Bozzola, Sempio ha manifestato scetticismo: «Mi sembrano tutte grosse suggestioni. Stiamo parlando di una normalissima ragazza di provincia, non stiamo parlando di un appartenente alle forze dell’ordine che ha scoperto un giro strano. Mi sembra un’ipotesi molto tirata per i capelli, mi sembrano suggestioni, nulla di reale».
Infine, sull’atteggiamento mantenuto in questi anni, ha spiegato: «Sono un po’ come quei soldati nelle guerre di trincea. Devi star lì, devi aspettarti che possa capitare di tutto e basta. Sei rassegnato ad aspettare che passi».