la difesa europea
Dal muro anti droni allo scudo spaziale: ecco la "Roadmap 2030" dell'Ue per difendersi dalla minaccia russa
Cosa prevede il piano strategico per potenziare le capacità militari dell’Unione con il rilancio del progetto ReArmEu.
La Commissione Europea e l’Alta Rappresentante Kaja Kallas hanno presentato la Roadmap 2030, un piano strategico per potenziare le capacità militari dell’Unione, rilanciando il progetto ReArmEu. Questo intervento risponde alle recenti vulnerabilità emerse da incursioni di droni e aerei nei cieli dei paesi membri, fragilità causate da decenni di tagli alla spesa militare dopo la caduta dell’Urss.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha sottolineato che "le minacce attuali dimostrano che l’Europa è a rischio", evidenziando la necessità di proteggere ogni cittadino e ogni territorio con un piano che definisca obiettivi chiari da raggiungere entro il 2030.
Bruxelles indica nella Russia una potenza militarizzata, con una spesa per la difesa che nel 2025 supererà il 7% del Pil, rappresentando una minaccia costante per la sicurezza europea. In risposta, la Commissione ha delineato quattro iniziative paneuropee di rilievo:
muro anti-droni,
Eastern Flank Watch,
scudo aereo europeo,
scudo spaziale per la difesa.
Nonostante i dubbi espressi da Parigi, Bruxelles è fiduciosa che il muro anti-droni sarà operativo entro il 2027, grazie anche all’esperienza maturata dall’Ucraina nel settore, nonostante le difficoltà del lungo confine con Russia e Bielorussia.
L’Europa punta ad aggiornare le proprie capacità difensive concentrandosi su droni, satelliti e veicoli autonomi. Dopo anni di sottoinvestimenti, i bilanci della difesa sono aumentati da 218 miliardi di euro nel 2021 a una previsione di circa 392 miliardi nel 2025, con un aumento del 42% solo nel 2024.
Resta però il nodo della dipendenza dagli acquisti: meno del 50% delle attrezzature militari europee è prodotto e acquisito all’interno dell’UE, mentre fornitori extraeuropei, principalmente gli Usa, conservano un ruolo dominante. La Roadmap sottolinea quindi la necessità di una maggiore cooperazione europea e investimenti congiunti.
L’European Defence Union invita gli Stati membri a formare coalizioni in nove settori chiave, tra cui difesa aerea e missilistica, mobilità militare, cyber, intelligenza artificiale, droni e sistemi di artiglieria. L’obiettivo è che gli acquisti congiunti rappresentino il 40% del totale entro il 2027.
Lo scudo spaziale e quello aereo sono ancora in fase di definizione delle tempistiche per la piena operatività, mentre l’Eastern Flank Watch è atteso per la fine del 2028.
Lo scudo spaziale, vero punto di novità del piano, è destinato a proteggere le infrastrutture satellitari e a garantire il controllo del dominio spaziale, punto cruciale nelle future operazioni militari. Nonostante manchino ancora date certe per la sua entrata in funzione, la sua realizzazione è considerata imprescindibile per mantenere un vantaggio tecnologico.
Il muro anti-droni, già in fase avanzata, sarà pienamente operativo entro il 2027. Questa barriera europea contro incursioni ostili mira a blindare il cielo comunitario, facendo leva sull’esperienza acquisita dall’Ucraina durante il conflitto in atto, particolarmente rilevante vista la complessità dei confini con Russia e Bielorussia.
La roadmap conferma un impegno finanziario complessivo fino a 800 miliardi di euro, gestito attraverso prestiti Safe e clausole nazionali di salvaguardia, a sostegno della volontà europea di una difesa più integrata e tecnologicamente avanzata.