Verso la pace
Trump ottimista rilancia il piano per Gaza: accelerato lo scambio di prigionieri, pressioni su Netanyahu e Hamas
Il presidente americano spinge per l'accordo di pace a Sharm el‑Sheikh. Il gruppo palestinese ha già iniziato a recuperare i corpi degli ostaggi deceduti, chiedendo la cessazione dei bombardamenti per completare l'operazione

Un Donald Trump ottimista continua a dare le carte nella difficile partita del piano di pace per Gaza, facendo pressioni sia su Benyamin Netanyahu sia su Hamas prima che i negoziati entrino nel vivo oggi a Sharm el-Sheikh, ma che secondo il tycoon già "stanno andando bene" e richiederanno "probabilmente un paio di giorni".
La sensazione è che ci sia un'accelerazione sullo scambio dei prigionieri, nodo cruciale per poter procedere col resto.
Una fonte di Hamas ha riferito ad Al-Arabiya che il gruppo palestinese ha già iniziato a recuperare i corpi degli ostaggi deceduti, chiedendo la cessazione dei bombardamenti per completare l'operazione. La Croce Rossa internazionale intanto si sta attivando con alcuni incontri preparatori. Il piano per la Striscia "è un ottimo accordo per Israele e per tutto il mondo arabo, il mondo musulmano e il mondo intero", ha assicurato il presidente americano, lanciando sulla Cnn un monito ad Hamas, che subirà una "distruzione completa" se si rifiuterà di cedere il potere e il controllo di Gaza. Poi però, pur affermando che "non abbiamo bisogno di flessibilità perché praticamente tutti sono d'accordo", ha lasciato intravedere un margine di mediazione: "Ci saranno sempre alcuni cambiamenti", ha detto parlando con i reporter prima di presiedere la cerimonia a Norfolk per i 250 anni della Marina Usa.
Donald Trump ha anche assicurato che "Bibi è d'accordo" nell'interrompere i bombardamenti a Gaza e sostenere il piano di pace Usa. Ma si capisce che ha dovuto forzargli la mano, stando ad Axios. Secondo il sito, sempre ben informato, venerdì scorso c'è stata una telefonata burrascosa tra i due, con Trump che ha strigliato il premier israeliano per aver accolto negativamente la risposta di Hamas alla proposta americana: "Non capisco perché sei sempre così fottutamente negativo. Questa è una vittoria. Accettala".
Intanto è intervenuto anche il segretario di Stato Marco Rubio, che ha chiesto a Israele di fermare i bombardamenti perché "non si possono rilasciare gli ostaggi nel bel mezzo di un attacco". E ha avvisato che Trump "vuole vedere i risultati velocemente. Non è qualcosa che può trascinarsi. Non possiamo essere qui fra tre settimane ancora a discutere". Rubio ha anche spiegato che la prima fase dei negoziati in Egitto si concentrerà sulla "logistica" del rilascio dei 48 ostaggi israeliani (20 ancora in vita), in cambio di 250 ergastolani palestinesi e di 1.700 residenti di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre. La seconda fase - il disarmo di Hamas e la governance della Striscia - sarà "più difficile", ha ammesso. Ma i miliziani intenderebbero chiedere di collegare le due fasi, uno scenario che Israele respinge. "Finché non verrà rispettato il primo punto, il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti... non passeremo agli altri punti", ha scandito Netanyahu. Il movimento di resistenza palestinese ha ribadito di essere "molto interessato a raggiungere un accordo per porre fine alla guerra e avviare immediatamente il processo di scambio dei prigionieri in base alle condizioni sul campo".