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La vertenza

Oda, le rassicurazioni dell'arcivescovo non bastano ai sindacati: «Mai convocati, inconcepibile»

In una dura nota congiunta Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl chiedono un incontro urgente all'Opera diocesana di assistenza, che aveva annunciato tramite monsignor Renna il passaggio entro metà mese del ramo sanitario a Sisifo. Una convocazione è stata richiesta anche da Cisal, che critica le modalità della protesta di pochi giorni fa di alcuni lavoratori in chiesa

Leandro Perrotta

02 Dicembre 2025, 14:36

15:25

Oda, le rassicurazioni dell'arcivescovo non bastano ai sindacati: «Mai convocati, inconcepibile»

A tre giorni dalla clamorosa protesta in chiesa di alcuni lavoratori, e a due dalla nota ufficiale con cui l'arcivescovo di Catania Luigi Renna annunciava che il passaggio del ramo sanitario dell'Opera diocesana di assistenza (Oda) sarebbe passato al Consorzio di cooperative Sisifo “entro metà dicembre”, sulla vicenda intervengono con una nota congiunta i sindacati confederati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl ed esprimono «preoccupazione e riserbo». L'ente, una Fondazione, deve infatti a circa 300 lavoratori nove mensilità di stipendi arretrati, alle quali a breve si aggiungerà la tredicesima. Inoltre l'ente, titolare di convenzioni con Asp per 16,5 milioni di euro circa per servizi erogati a circa 1.500 assistiti - perlopiù disabili gravissimi - deve al fisco circa 50 milioni di euro. Motivazioni che, oltre a far prendere la scelta di affittare il ramo d'azienda per consentire ai lavoratori di avere dei pagamenti degli stipendi correnti puntuali, ha portato Oda ad avviare una Composizione Negoziata della Crisi in Camera di Commercio.

I sindacalisti La Rosa/Scuderi (Fp Cgil), Sottile/Sciacca (Cisl Fp) e Conti/Paguay (Uil Fp) pur prendendo atto delle rassicurazioni diffuse riguardo alla procedura di affitto del ramo d'azienda al Consorzio Sisifo, alla promessa regolarizzazione dei pagamenti, alla tutela dei diritti nell'ambito della Composizione Negoziata della Crisi e al riconoscimento delle mensilità arretrate, le scriventi Organizzazioni denunciano la totale assenza di fatti concreti. Nell'ultimo incontro tenutosi il 20 novembre era stata garantita una convocazione entro 7 giorni. Convocazione mai arrivata. Un comportamento che dimostra scarsa considerazione per lavoratrici e lavoratori già estremati da mesi di stipendi non pagati e da una situazione di estrema incertezza.

E la nota continua: «È inconcepibile che, dopo mesi di promesse, nessuno abbia ancora dato risposte certe ai dipendenti ODA. Ci avviciniamo alle festività natalizie e centinaia di famiglie si trovano nella drammatica condizione di non sapere se riusciranno a garantire ai propri figli anche solo l'essenziale. I lavoratori non riescono più neppure a raggiungere il posto di lavoro e siamo ormai al limite: senza stipendi, i servizi rischiano di fermarsi. Questo silenzio è un'offesa alla dignità di chi ogni giorno tiene in piedi l'ODA, pur senza essere retribuito. Basta rinvii: pretendiamo atti immediati e verificabili».

Per questi motivi Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl chiedono «un urgentissimo incontro e la costituzione di un tavolo permanente di confronto». La situazione è ormai drammatica, sul piano economico, sociale e occupazionale: un equilibrio già fragile che rischia seriamente di implodere, travolgendo lavoratori, famiglie e utenti. Le organizzazioni sindacali, pur consapevoli della gravità dello scenario, confidano ancora nel buon senso e nel senso di responsabilità di tutte le parti coinvolte, affinché vengano adottate immediatamente le decisioni necessarie a evitare il collasso dell'intero sistema.

Un incontro all'Oda è stato richiesto nei giorni scorsi anche da Cisal. Come riferisce il segretario provinciale Giovanni Lo Schiavo «attendiamo la convocazione per inserirci in un dialogo». Che prosegue: «Noi, avendo osservato le dinamiche della protesta di qualche giorno fa al santuario della Madonna del Carmine, prendiamo le distanze da quei comportamenti che, se fatti in autonomia, significano che il ruolo dei sindacati finora non ha funzionato in questa vicenda». E conclude: «Ora massima attenzione ai lavoratori: servono certezze e nessuna strumentalizzazione».