«Il "sommerso" vale il 10% del Pil», la stima di Bankitalia sull'andamento dell'economia (ma la percentuale sta calando)
L'analisi del governatore Fabio Panetta intervenuto all’Inaugurazione dell’Anno di Studi 2025-26 della Scuola di Polizia Economico-Finanziaria a Roma
Fabio Panetta
L’economia irregolare resta in Italia «un fenomeno esteso e radicato, che ostacola la crescita e intacca i principi di equità su cui si fonda la convivenza civile». Lo ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo all’Inaugurazione dell’Anno di Studi 2025-26 della Scuola di Polizia Economico-Finanziaria a Roma.
Secondo le stime dell’Istat, l’economia non osservata nel 2023 ha generato un valore aggiunto pari a 218 miliardi di euro, cioè circa il 10% del Pil. La diffusione del fenomeno è trasversale: quasi la metà si concentra nel Nord Italia, mentre nel Mezzogiorno l’incidenza supera il 16%, con conseguenze pesanti in termini di sfruttamento, esclusione sociale, e danni al sistema imprenditoriale e alle istituzioni, duramente colpite dall’azione delle mafie.
«I territori con maggiore radicamento della criminalità organizzata - ha detto Panetta - registrano ritardi nello sviluppo economico, occupazione più bassa e dinamismo imprenditoriale ridotto, con una perdita stimata del prodotto pro capite fino al 16% nel medio-lungo termine».
Il governatore ha evidenziato come i progressi dell’ultimo decennio dimostrino però che il cambiamento è possibile. Dal 2011, l’incidenza dell’economia non osservata sul Pil è diminuita di 2 punti percentuali, la quota di lavoratori irregolari è scesa oltre un punto, al 10%, e l’evasione fiscale si è ridotta di quasi un terzo. Questo risultato si deve in gran parte al consolidamento del tessuto produttivo, con imprese più solide e meno vulnerabili, e a riforme importanti, finanziate anche con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che hanno digitalizzato e reso più efficiente la Pubblica amministrazione.
Tra le innovazioni fondamentali, Panetta ha citato la fatturazione elettronica, introdotta nel 2019, che ha contribuito a circa due terzi dell’aumento del gettito IVA in quell’anno, e la diffusione dei pagamenti elettronici, accelerata dalla pandemia. Ogni punto percentuale di crescita della spesa digitale genera quasi mezzo punto di gettito IVA aggiuntivo. Questi strumenti migliorano la tracciabilità delle transazioni, rafforzano i controlli e supportano il recupero di risorse essenziali.
Non mancano però sfide importanti, in particolare nel campo delle nuove tecnologie. Il governatore ha richiamato la necessità di «regole e controlli» per far sì che l’innovazione tecnologica migliori realmente l’economia e la Pubblica amministrazione, limitando i rischi legati all’uso illecito delle criptoattività, caratterizzate da anonimato e operazioni tra utenti peer-to-peer, spesso al di fuori dei canali tradizionali. Solo nel primo semestre 2025, sono stati registrati oltre 4.600 casi sospetti legati a criptoattività in Italia, la metà segnalati dai virtual asset service providers.
Infine, Panetta ha messo in evidenza come i progressi tecnologici e amministrativi non siano solo un modo per aumentare il gettito fiscale, ma migliorino la relazione tra amministrazione e cittadini. Questo rafforza il rispetto spontaneo delle norme e il patto civico, fondamentali per una convivenza economica e sociale più giusta ed equa.
«Contrastare l’economia irregolare è un investimento nella capacità dell’Italia di crescere in modo duraturo ed equo», ha concluso il governatore, invitando a proseguire con «perseveranza, coerenza e collaborazione tra le istituzioni» sulla via delle riforme e dell’innovazione.