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Manovra a due velocità: stop parziale all’aumento dell’età pensionabile e taglio Irpef che rischia di favorire i più ricchi

La legge di bilancio in bilico, i tecnici al lavoro per contenerne i costi. Pensioni: l'asticella potrebbe fermarsi lasciando fuori chi non ha raggiunto i 64 anni nel 2027

05 Ottobre 2025, 22:15

Manovra a due velocità: stop parziale all’aumento dell’età pensionabile e taglio Irpef che rischia di favorire i più ricchi

Età pensionabile e calo Irpef: la manovra dovrà realizzare gli obiettivi prioritari che il governo considera tali, ma senza sfasciare i conti. Lo stop all’aumento di tre mesi dell’età per andare in pensione, che scatterebbe tra due anni automaticamente, verrà congelato. Ma non per tutti. L'asticella potrebbe fermarsi lasciando fuori chi non ha raggiunto i 64 anni nel 2027. Il calo dell’Irpef, che sarà attuato riducendo l’aliquota dal 35% al 33% nello scaglione tra 28 e 35mila euro, porterà invece un alleggerimento di 440 euro anche per tutti i contribuenti più ricchi, sopra questa soglia: ecco che si studia come evitare che un beneficio fiscale, costoso per le casse dell’erario, arrivi anche a chi oggettivamente non ne ha bisogno.

Il cantiere manovra è in movimento. E non solo per il lavoro dei tecnici. In settimana sono previste le audizioni di Istat, Bankitalia, Upb, Corte dei Conti sulle nuove stime del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp). Mercoledì parlerà di questo anche il ministro dell’Economia Giorgetti. Farà il punto davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Per lui sarà l’inizio di una maratona. Subito il confronto si sposterà all’estero, in Lussemburgo, dove incontrerà i suoi colleghi europei per l’Eurogruppo e l’Ecofin di venerdì e sabato. È poi atteso anche il nuovo esame rating, visto che venerdì sera arriva l’aggiornamento di Standard & Poor's. Poi ci sarà una settimana cruciale: il varo del nuovo documento (Dpb) che viene inviato a Bruxelles, la partecipazione di Giorgetti alle sessioni del Fondo Monetario a Washington e quindi, il 20 ottobre - tra 15 giorni - il varo della manovra.

Le ultime indiscrezioni sulle misure pensionistiche guardano alle pensioni. Il promesso congelamento dei tre mesi che si aggiungerebbero ai 67 anni per andare in pensione dal 2027, costa 3 miliardi a regime. I tecnici stanno allora lavorando per limarne l’impatto. L'ipotesi principale - secondo quanto riporta Il Messaggero - prevedrebbe che la sospensione dell’aumento dei tre mesi dell’età di pensionamento scatti soltanto per chi nel 2027 avrà già compiuto 64 anni. Per loro lo scalino dei tre mesi non ci sarebbe più. Questo significa, per esempio, che se un lavoratore ha 62 anni, pur avendo lavorato per 42 anni e 10 mesi, si vedrà applicato questo scalino di tre mesi. Il taglio della platea dei beneficiari sarebbe consistente. Secondo le prime stime il costo di questa misura scenderebbe da 1 miliardo l’anno a 300 milioni. Una seconda ipotesi riguarderebbe l’arrivo di almeno un mese a partire dal 2027, magari con una finestra mobile, cioè del periodo che passa tra il momento in cui si matura il diritto alla pensione e il momento in cui poi effettivamente si può lasciare il lavoro. Si starebbe lavorando anche sul coefficiente di trasformazione, cioè sulla percentuale che viene applicata sui contributi per calcolare la pensione.

Il tema accende subito il confronto politico. L’Idv parla di «presa in giro», il Movimento 5 Stelle di «un pacco per gli italiani» mettendo in risalto che le promesse elettorali erano per l’abolizione della Legge Fornero, non per un peggioramento.
I tecnici sono poi al lavoro anche sull'Irpef. Le tabelle dei Consulenti del Lavoro hanno messo in risalto che con l’ultima ipotesi lo sconto diventa di 440 euro dai 50mila euro in poi per effetto del meccanismo fiscale a scaglioni che caratterizza l'imposta. Si starebbe allora ragionando sulla possibilità di compensare questo beneficio per chi ha redditi davvero alti e guadagna 150-200mila euro. Si tratta di guadagni che di certo non hanno bisogno dei 440 euro di alleggerimento annuo ipotizzati, un beneficio che a conti fatti vale poco più di 36 euro al mese.