la statistica
Il demone del gioco attecchisce al Sud
Bruciati ogni giorno migliaia di euro: Catania e Palermo nella parte alta della classifica
Ogni adulto catanese ha speso nel 2024 ben 3.108 euro per il gioco online. Questo è quanto otterremmo se dividessimo la spesa per l’azzardo fatta via Internet nella provincia, 2,4 miliardi di euro, per ogni abitante tra i 18 e i 74 anni. Un dato che piazza il capoluogo etneo all’undicesimo posto in Italia in questa - preoccupante - classifica elaborata da Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon nel “Libro nero dell’azzardo. Mafie, dipendenze, giovani, Europa”.
Si tratta di un volume che, giunto alla terza edizione, raccoglie i dati ufficiali di un fenomeno sempre più in crescita. Il gioco d’azzardo online dilaga infatti non solo a Catania ma in tutta l’isola: in un anno la spesa ha superato i 10,8 miliardi di euro, in crescita di oltre un miliardo rispetto al 2023. Il tutto per 2,2 milioni di conti aperti, ovvero 659 ogni mille residenti tra la popolazione fra i 18 e i 74 anni, per una spesa pro-capite praticamente identica a quella catanese, ovvero 3.120 euro.
Sono dati che non evidenziano una anomalia siciliana - anche in regioni come Campania e Calabria, le medie di spesa sono simili a quelle siciliane, rispettivamente 3.198 e 3.041 euro - ma sono sintomo di due fenomeni altrettanto allarmanti secondo lo studio, che riporta ampi stralci della relazione della Direzione nazionale antimafia: la larga diffusione dell’azzardo nelle regioni a più basso reddito del Paese, con conseguenziale alto rischio di ludopatie (o azzardopatie) e l’uso da parte della criminalità organizzata dell’azzardo “legale” per riciclaggio di denaro.
In quest’ottica, la situazione di Catania diventa ancor più allarmante se si prendono in considerazione anche i dati complessivi della raccolta pro-capite dedicata al gioco d’azzardo: se si aggiungono al conteggio le ricevitorie fisiche, il solo comune capoluogo diviene il primo tra i 10 maggiori italiani con ben 4.803 euro pro-capite, di cui due terzi come detto provenienti dall’online. La raccolta - solo stimata nel caso delle ricevitorie “fisiche” - è di 1,2 miliardi di euro nel solo capoluogo, di cui 790 solo dall’online (questo un dato certificato da Adm, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli).
Se si guarda alle altre province siciliane, nella “top ten” dei capoluoghi con la più alta spesa complessiva per il gioco d’azzardo al secondo posto c’è Palermo (4.548 euro) che precede Napoli (4.546 euro). Un terzetto di “capoluoghi dell’azzardo” che distanzia la quarta grande città in classifica, che è comunque al Sud: Bari, con 3.962 euro.
Per quanto riguarda la raccolta online, il “record” assoluto italiano di spesa procapite va a Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, con oltre 18mila euro. Primo comune siciliano è invece Patti (Messina) ad avere il record, 6.452 euro. Per la provincia etnea è invece Scordia la città “regina” del gioco d’azzardo online: ogni abitante del Comune avrebbe speso 4.194 euro nel 2024. E, trattandosi di medie aritmetiche sul totale della popolazione, il quadro illustrato dallo studio di Cgil, Federconsumatori e Isscon non può che essere un appello allo Stato per frenare questo fenomeno. L’Italia in generale, e il Sud in particolare, è l’area d’Europa dove il potere d’acquisto dei redditi è più in calo, ma l’azzardo è più in crescita: in un anno gli italiani hanno perso 21 miliardi col solo gioco online. E molti di questi soldi potrebbero aver accresciuto le casse della criminalità organizzata.