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Il racconto

Natale a luci spente: fa festa per chi non fa festa

La festa degli invisibili: reclusi, senza tetto e vittime di violenza. A loro fianco operatori, volontari e missionari che cercano di donare normalità dove non esiste.

Laura Distefano

24 Dicembre 2025, 10:34

11:22

Natale a luci spente: fa festa per chi non fa festa

La festa degli invisibili. L'altro Natale. Forse è giunto il tempo di allargare lo sguardo oltre l'orizzonte del consumismo e dello shopping compulsivo. Questi sono i giorni delle tavolate, delle famiglie che si riuniscono, delle partite a carte mangiando fette di panettone. Una normalità che a molti è negata.

Ci siamo posti una domanda. Anzi tre domande e abbiamo cercato le risposte. D'altronde è quello che fa un cronista. Quotidianamente.

Il primo quesito è capire come si vive dentro un istituto penitenziario. Dentro le mura di un carcere. Come si trascorrono questi giorni di festa essendo consapevoli che non si è liberi. Un mondo parallelo. Che troppe volte dimentichiamo. Il carcere finisce nelle cronache solo per i bollettini di guerra dei suicidi o per il sovraffollamento. Ma è Natale anche dentro le celle. E a garantire l'ordine ci sono gli uomini della polizia penitenziaria, che provano - con le tante difficoltà - a far sentire un po' di clima festoso anche in una casa di reclusione.

Il secondo punto interrogativo riguarda la strada. Tanti, troppi, senzatetto vivono nelle stazioni, sotto i portici, sui gradoni delle gallerie commerciali. Un sorriso lo portano le unità di strada: volontari che per scelta decidono di trascorrere questi giorni a cercare di far sentire meno la solitudine acuita dalle luminarie natalizie.

La terza domanda riguarda chi vive senza un indirizzo. Quelle donne che hanno dovuto lasciare casa perché non avevano altra scelta. O andavano via o rischiavano di essere picchiate, violentate. E, forse, anche uccise. Nelle case rifugio a indirizzo protetto la sofferenza è palpabile. Ci sono anche mamme con i loro bambini a cui è negato di poter avere un papà vestito da Babbo Natale. Perché quel papà è diventato violento.

Tre porte chiuse che abbiamo cercato di aprire. E raccontare. Forse si trova lì il vero senso del Natale. Chissà.