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L'altro Natale

Festa nelle case a indirizzo protetto: dopo la violenza la speranza di rinascere

Nelle case rifugio si organizzano cose semplici come un giro pizza o una tombolata. Si tenta di far vivere l'atmosfera di famiglia

Laura Distefano

24 Dicembre 2025, 09:00

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Sono state picchiate, abusate, maltrattate, offese, violentate psicologicamente. Per salvarsi (e molte volte salvare i figli) hanno dovuto lasciare tutto. Casa e famiglia. Allontanarsi da quelle mura domestiche diventate un inferno. Sono le vittime di violenza di genere. Che dopo aver perso tutto, hanno perso anche il diritto di avere un indirizzo. La loro residenza è diventata una casa rifugio con indirizzo segreto. Un modo per proteggerle dal compagno, marito, fidanzato violento. Il Natale riapre le ferite non ancora rimarginate.

Suor Rosalba è la responsabile di una casa protetta nel catanese. Quando la chiamiamo sta ultimando gli ultimi preparativi natalizi. «I nostri sforzi sono finalizzati a ricreare un clima familiare. Soprattutto per i bambini che vivono qui con le loro mamme», spiega. Insieme hanno preparato il presepe, hanno cucinato biscotti. Una tombola e un giro pizza. Cose semplici. «Quelle che si fanno normalmente in questi giorni di festa in qualsiasi famiglia», racconta ancora. Ma il messaggio importante che suor Rosalba vuole dare a queste ragazze è uno. «Questo sarà il loro vero Natale e non quello di prima, dove erano costrette a vivere nella violenza e nella sopraffazione. Questo è il Natale che potrà dare loro la speranza della rinascita. Di una nuova vita». Una vita, finalmente, senza soprusi.