L'altro Natale
La festa dietro le sbarre: garantiti i colloqui coi familiari, ma nelle carceri necessario rafforzare gli organici
Le iniziative organizzate dagli operatori penitenziari per tentare di far passare un po' di atmosfera fra le mura di una casa circondariale. Ma per la polizia penitenziaria il più bel dono da mettere sotto l'albero sarebbero nuove assunzioni
Carcere, generico
Non è semplice portare lo spirito del Natale dentro le carceri. Ma direttori, direttrici, poliziotti penitenziari e operatori non demordono. E con piccoli e grandi iniziative tentato di far gustare quell’aria di festa che accompagna queste giornate dove la privazione della libertà si sente ancora di più. «Chi entra in carcere deve essere visto come persona, non etichettato per il reato che ha commesso», più volte una direttrice di un istituto penitenziario siciliano ha usato queste parole. Ed è con questa convinzione che si lavora all’interno degli istituti. C’è chi ha addobbato un grande albero, chi ha allestito un presepe (anche vivente), chi organizzato uno spettacolo teatrale natalizio, chi addirittura - come a Piazza Lanza a Catania - ha fatto entrare in carcere Babbo Natale che ha portato doni per tutti i figli dei detenuti che hanno potuto per qualche ora riabbracciare papà e mamme detenute. Un pizzico di normalità dove la normalità non c'è.
Il giorno di Natale - a discrezione di ogni amministrazione penitenziaria - saranno fatte delle concessioni in più. La fetta di panettone arriverà nelle mense. Saranno garantiti i colloqui (di presenza o in videocall) coi familiari per lo scambio degli auguri. E il cappellano officerà la messa di Natale a cui potranno partecipare i detenuti, tranne quelli che sono sottoposti a particolari regimi o divieti. «Ma la situazione è diversa dagli anni precedenti - dice Calogero Navarra, del sindacato di Polizia Penitenziaria, Sappe - perché senza un rafforzamento dell'organico non riusciamo a offrire il servizio che vorremmo. E cioè poter instaurare un dialogo con i detenuti che in questi giorni sicuramente sentono ancor di più il peso della privazione della libertà, che è frutto di una loro condotta naturalmente. Ma con tali carenze d’organico è davvero complicato poter anche notare situazioni di disagio psicologico». Questo per il settore penitenziario è un Natale triste per molti motivi. «Ma si ricordi che il carcere è il riflesso della società», chiosa Navarra.