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L'interrogazione

Se l’host è pure capo di gabinetto del sindaco, M5S e Pd chiedono conto al Comune di Catania

I gruppi consiliari dei due partiti vogliono chiarimenti sul possibile conflitto d'interesse e sull'adozione di alcuni adempimenti di legge

Redazione La Sicilia

16 Dicembre 2025, 14:21

Se l’host è pure capo di gabinetto del sindaco,  M5S e Pd chiedono conto al Comune di Catania

I gruppi consiliari M5s e Pd hanno depositato oggi un’interrogazione urgente (primo firmatario Graziano Bonaccorsi, M5s) indirizzata al Sindaco, all’Assessore competente e al Segretario Generale del Comune di Catania, per chiedere chiarimenti immediati sul caso sollevato dal quotidiano La Sicilia e da Lasicilia.it.

L’articolo in questione evidenzia la co‑titolarità e la proprietà, del Capo di Gabinetto del Sindaco, di una struttura ricettiva operante nel territorio comunale.

L’interrogazione richiama i principi costituzionali di imparzialità e buon andamento della Pubblica Amministrazione (art. 97 Cost.), nonché precise disposizioni normative, tra cui il art. 6‑bis della legge 241/1990, che impone l’obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi, e il art. 53 del d.lgs. 165/2001, che disciplina le ipotesi di incompatibilità e di conflitto di interessi, anche solo potenziale, dei dipendenti pubblici.

Non possiamo tollerare che permanga il minimo sospetto di un conflitto di interessi, anche solo potenziale, in capo a chi ricopre ruoli di diretta collaborazione politica e dirigenziale” dichiarano i consiglieri di opposizione. “Chiediamo al Sindaco di chiarire quali misure di prevenzione siano state adottate e se ritenga compatibile l’esercizio di un’attività ricettiva con il ruolo istituzionale in questione, considerato che si tratta della stessa figura che ha competenze dirette in materia di imposta di soggiorno”.

L’interrogazione chiede inoltre di verificare se la struttura citata sia in regola con tutti gli adempimenti previsti dalla legge, inclusi il corretto versamento dell’imposta di soggiorno e, soprattutto, l’obbligo di esposizione all’esterno del Codice Identificativo Nazionale (CIN), strumento essenziale per garantire trasparenza e contrastare l’abusivismo.

Il fenomeno degli affitti brevi, in particolare nel centro storico, richiede controlli puntuali, omogenei e senza eccezioni” aggiungono i capigruppo Bonaccorsi e Caserta. “La mancata esposizione dei codici identificativi danneggia gli operatori onesti che rispettano le regole. Con questa interrogazione chiediamo se tutti abbiano ricevuto i medesimi controlli: diversamente saremmo di fronte all’ennesimo, insopportabile episodio di doppiopesismo”.