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I retroscena del blitz sui tombaroli

Le false certificazioni per vendere nelle case d'aste in Europa, il "pizzino" che ha incastrato il tombarolo

Una moneta trafugata a Buccheri, dopo vari passaggi, è stata venduta a quasi 50mila euro in Svizzera. Un trafficante di reperti beccato in aeroporto con documenti compromettenti

Laura Distefano

13 Dicembre 2025, 10:00

20:45

Le false certificazioni per vendere nelle case d'aste in Europa, il "pizzino" che ha incastrato il tombarolo

Una moneta così preziosa e rara che qualcuno in Svizzera due anni fa ha sborsato fino a 46mila franchi. Sicuramente il collezionista non sapeva che quel piccolo pezzo di bronzo era stato però trovato durante uno scavo clandestino a Buccheri nel siracusano da parte di Leandro Insolia, uno degli indagati della maxi inchiesta Ghenos. La tetras trafugata, con il volto di Arethusa e dietro un polpo in rilievo, sono finiti all’asta grazie ai contatti del primo compratore, Alfio Emmanuele, con le case d’aste della Repubblica di San Marino. La gip Simona Ragazzi nell’imponente ordinanza di 800 pagine mette in ordine i vari passaggi della vendita della moneta. Un’asta di 20mila euro che ha avuto l’attenzione dei giornali e dei media, come hanno potuto facilmente riscontrare i carabinieri del Nucleo Tpc di Palermo con le fonti aperte. «Su un articolo di stampa pubblicato il 15 novembre 2021 sulla rivista numismatica Cronaca Numismatica veniva riportato che, tra il 23 ed il 24 ottobre 2021, 20 collezionisti si erano dati battaglia, raggiungendo ben 57 rilanci di offerte, allo scopo di aggiudicarsi una moneta classica siracusana, poi battuta alla cifra record di 20.000 euro, nonostante la base d’asta fosse partita da una cifra di soli 750 euro».

 

Lo stesso tombarolo, Insolia, si è pavoneggiato della risonanza della “sua scoperta”: «La cosa internazionale in tutto il mondo ohu!». La gip ha evidenziato come la stessa preziosa moneta abbia continuato a circolare nel mercato delle aste specializzate e, in particolare, nel 2023 è stata ulteriormente rivenduta e ribattuta dalla casa d'aste di Zurigo a 46.000 franchi svizzeri corrispondenti a circa 49.000 euro».

Insolia si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre Emmanuele qualcosa l’ha detta al gip. Ma ben poco: ha solo ammesso che quella moneta l’aveva trovata proprio l’indagato lentinese. Nulla invece in riferimento all’asta e, messo davanti alle intercettazioni, è stato vago. Ma per la gip «era evidente, dunque, che la moneta era stata consegnata alla casa d’aste con una falsa certificazione di autenticità e di lecita provenienza».

 

Un’altra asta che è finita nei radar degli investigatori è quella a Monaco di Baviera, in Germania, di un lotto di 24 monete archeologiche siculo-italiche di epoca greca aggiudicate per l’importo di 7.435 euro. Il ricettatore paternese Salvatore Camonita ha guadagnato quasi 6.000 euro. Ma quest’ultimo è stato sfortunato perché i carabinieri erano già sulle sue tracce e lo hanno arrestato in flagranza in aeroporto. Camonita è stato trovato con alcuni documenti, fra cui un pizzino che è diventato un po’ il foglio che lo ha incastrato.

 

Nella pagina è stata fatta l’annotazione a penna «da pagare», indicante che «le monete di chiara provenienza italiana, erano state poste in vendita in asta, previa cessione da parte di Camonita». Dagli elementi ricavabili dall’analisi del documento - secondo la gip - è stato accertato «in modo univoco che l’asta interessata» era quella di Monaco del 2022, dove erano state battute all’asta le 24 monete.