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I dati

Hiv, è finita l'era dello stigma sociale: oggi ci si può convivere. Ma i malati di Aids aumentano per le diagnosi tardive

Ieri l’Iss ha pubblicato i dati sulla diffusione della virus. In Sicilia il 18% in meno di nuove infezioni, ma più persone affette dalla malattia. E anche a Catania ci sono sempre più casi

02 Dicembre 2025, 16:31

Hiv, è finita l'era dello stigma sociale: oggi ci si può convivere. Ma i malati di Aids aumentano per le diagnosi tardive

Istituto superiore di Sanità, pubblicati in occasione della Giornata mondiale per la lotta all’Aids che si celebra l’1 dicembre, descrivono una situazione in chiaroscuro. In Italia le nuove diagnosi di Hiv sono stabili, ma la quota di diagnosi tardive è altissima e questo vuol dire che ci sono ancora troppe persone che non sanno di avere contratto l’infezione cosicché lo scoprono quando stanno male e l’Aids è già conclamata. E nel frattempo hanno continuato a diffondere l’Infezione.

Per affrontare questa situazione - come spiega il professore Luciano Nigro, infettivologo e presidente Lhive - bisogna attivare politiche di prevenzione e di riduzione del danno. Va ricordato, infatti, che esistono terapie antiretrovirali in grado di inibire l’evolversi dell’infezione rendendo il virus non trasmissibile. Ed esistono strumenti di prevenzione quali la profilassi pre-esposizione, la cosiddetta PrEp. Ma, innanzitutto, bisogna sapere se si è contratta l’infezione e, dunque, bisogna aumentare l’offerta del test per l’Hiv. A questo fine la Regione Siciliana ha approntato un percorso diagnostico terapeutico per l’Hiv che prevede che si offra il test a chiunque vada in ospedale o in un contesto sanitario. Questo implica che medici e infermieri siano appositamente formati. In questa prospettiva l’Lhive e l’azienda San Marco - con i direttori della Formazione Giambera e delle Malattie infettive Montineri, con l’aiuto della dottoressa Frasca - hanno già tenuto corsi di formazione per 300 persone. Un modello che dovrebbe essere fatto proprio da tutte le aziende ospedaliere della Regione «per raggiungere tutti i positivi, perché le persone in trattamento non trasmettono l’infezione da Hiv».

In Italia quest’anno si è registrato un arresto delle nuove infezioni da Hiv che, scese sistematicamente dal 2012, si erano impennate dopo il Covid. Nel 2024 ne sono state certificate 2.379, cioè quattro casi ogni 100.000 residenti, un dato inferiore a quello dell’Europa occidentale (5,9 ogni 100.000). Eppure si tratta di sette nuove infezioni al giorno, troppe considerati gli strumenti di prevenzione esistenti. Va detto che, a differenza del passato, la trasmissione largamente prevalente (87,6% dei casi) è legata ai rapporti sessuali, e in particolare ai maschi che fanno sesso con i maschi (41,6%), seguono gli eterosessuali maschi (27,9%) e le eterosessuali femmine (18,1%). L’incidenza di chi fa uso di droghe è crollata al 3,8%. In Sicilia - dove le persone con infezione da Hiv tra il 2012 e il 2024 sono 2.617 - nel 2024 si sono registrate 161 nuove infezioni rispetto alle 196 dell’anno precedente. Si registra, cioè, un calo del 18%.

Anche nella nostra regione c’era stato un aumento dopo il Covid, basti pensare che nel 2020 le nuove infezioni erano 109. Rispetto ai dati nazionali si registra uno scostamento sul tipo prevalente di trasmissione del virus più accentuato tra i maschi che fanno sesso con i maschi (50,6%), ma inferiore tra le eterosessuali femmine (12,3% contro il 18,1% nazionale). Tra gli eterosessuali maschi l’incidenza è del 26,5%, leggermente inferiore rispetto al dato nazionale. Inferiore è anche l’incidenza delle infezioni rispetto alla popolazione che si attesta a 3,5 casi ogni 100.000 residenti (contro i quattro nazionali), in linea con le regioni Calabria, Puglia, Campania, Liguria, Piemonte e Veneto. L’incidenza di chi fa uso di droghe è al 3,5%.

Come già detto le diagnosi tardive sono in costante aumento dal 2015. Nel 2024 quelle nuove sono state 450. Si tratta soprattutto di italiani maschi (213 casi) e a essere più esposte sono le persone eterosessuali con più di cinquant’anni, le meno consapevoli dei rischi che corrono. In Sicilia le persone affette da Aids sono in totale 3.439 di cui 2.709 maschi e 730 femmine. Sono soprattutto italiani, il 64,7%, mentre gli stranieri sono il 35,3%. Le nuove diagnosi nel 2024 hanno riguardato 348 maschi e 102 femmine dai 40 ai 60 anni. Anche in questo caso la modalità di trasmissione è soprattutto sessuale: il 30,4% sono maschi che fanno sesso con maschi, gli eterosessuali maschi sono il 32%, le eterosessuali femmine sono il 17,8%, e chi fa uso di sostanze il 5,8%.

Le città siciliane dove i casi totali sono maggiori sono Palermo (1338), Catania (820) e Messina (329) ma se si considera il triennio 2022-2024 si registra un maggior tasso di incidenza nella provincia di Catania con 36 nuovi casi, contro i 31 di Palermo e i 10 di Messina. E va detto che a Catania si regista anche un notevole aumento delle altre malattie a trasmissione sessuale, soprattutto la sifilide. A conferma della necessità di una maggiore informazione.

Va ricordato, infine, che quest’anno l’Unicef ha stabilito che la Giornata mondiale della lotta all’Aids sia dedicata a scongiurare gli annunciati tagli alla Sanità in campo mondiale che si tradurrebbero nel rischio di tornare indietro su questo fronte soprattutto nei Paesi dove l’infezione da Hiv è più radicata e diffusa.