Mafia e appalti
Falcone, la bussola contro le infiltrazioni mafiose negli appalti
La mappa delle segnalazioni e la risposta multilivello dello Stato contro la mimetizzazione delle mafie
Il maestro del contrasto alle infiltrazioni mafiose negli appalti è Giovanni Falcone. Lo hanno detto più volte ieri i relatori del convegno “Mafie e appalti” che si è tenuto nella sala del Refettorio della Camera a Roma. «Giovanni Falcone nel '91, parlando della lotta alle infiltrazioni criminali negli appalti, tracciava in maniera chiara la strada in cui le forze di polizia si trovano a dover operare in questo settore», ha affermato il generale Michele Carbone, direttore della DIA, ricordando che secondo Falcone c’è un «condizionamento nella fase della individuazione dei concorrenti che vinceranno le gare e un condizionamento in tutta quella complessa attività che concreta la realizzazione degli appalti. Un’affermazione lungimirante - ha sottolineato - e su questa strada si sono mosse sia le forze di polizia sia il legislatore nel perfezionare sempre di più il sistema normativo». «Quello che emerge è la trasformazione della criminalità organizzata. Se prima mafia e appalti era un filone di indagine nella strage di via D’Amelio, oggi “mafie e appalti” è una certezza perché la mafia ha cambiato volto. La risposta che lo Stato ha dato è stata multilivello», ha detto la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, facendo riferimento sia alla «prevenzione amministrativa» sia all’«azione repressiva» sul contrasto alle infiltrazioni mafiose nelle grandi opere. Colosimo ha anche evidenziato l’importanza della tracciabilità «di tutto quello che fa la pubblica amministrazione, che non è più secondaria, ma è obbligatoria e deve esserlo per tutti».
«Nel 2024 le SOS (segnalazioni di operazioni sospette, ndr) riferibili strettamente a soggetti attenzionati dalla DNA sono state circa il 15% del totale cioè delle 145mila segnalazioni ricevute, se aggiungiamo anche quelle indirettamente collegate con contesti di criminalità organizzata aggiungiamo un ulteriore 18%. Nella sostanza un terzo delle SOS - poco meno di 50mila sos - sono direttamente o indirettamente connesse con la criminalità organizzata», ha evidenziato nel suo intervento Enzo Serata, direttore dell’Unità di informazione finanziaria per l’Italia (UIF). «È stato confermato dalle nostre analisi - ha aggiunto - il fenomeno della “mimetizzazione” della criminalità organizzata, una sorta di compenetrazione tra economia legale e criminalità organizzata che rende sfumati i contorni».
«Ritengo che tutta la nazione abbia problemi seri, non c'è angolo di Italia, purtroppo, immune dal tentativo di infiltrazioni criminali», ha affermato invece Raoul Russo, senatore FdI e coordinatore del VIII Comitato della Commissione parlamentare Antimafia. «Il mio Comitato ha potuto verificare la delicatezza di questo aspetto - ha sottolineato Russo - non ci siamo limitati a un percorso di analisi, ma vogliamo comprendere come rendere più efficaci le azioni di contrasto verso il malaffare».