×

L'inchiesta

Trapani, per la “truffa del mare” da 100 milioni di euro i vertici di Liberty affrontano il gip

La procura ha chiesto nove misure cautelari per i vertici della società, dirigenti e un militare della Capitaneria

Laura Mendola

24 Novembre 2025, 09:13

09:26

Trapani, per la “truffa del mare” da 100 milioni di euro i vertici di Liberty affrontano il gip

Primo vaglio giudiziario per gli indagati su quella che la Procura di Trapani ritiene essere una mega truffa da 100 milioni di euro sul mare nei confronti della Regione Siciliana e del Ministero dei Trasporti. Un sistema che avrebbero messo in piedi i vertici della Liberty Lines i quali non avrebbero denunciato avarie negli aliscafi di collegamento con le Eolie mettendo a repentaglio la salute dell’utenza. Primo round dinnanzi al gip, dopo la richiesta di misura cautelare dell’organo inquirente, per l’amministratore delegato della Liberty Lines Carlo Cotella, per il presidente del consiglio di amministrazione Alessandro Fiorino, per il direttore generale Gianluca Morace e per il comandante dell’armamento Giancarlo Licari. E rischiano la misura anche il direttore tecnico Ferdinando Morace, il dirigente operativo della flotta Marco Dalla Vecchia, il dirigente operativo della flotta Nunzio Formica, la responsabile a terra Anna Alba ed Elio Maniglia, luogotenente della Capitaneria di Porto.

Per mesi l’attività della società che si occupa dei collegamenti con le isole minori è stata sotto stretta sorveglianza degli uomini della Capitaneria di Porto che hanno condotto le indagini. E lo scorso anno per avvalorare ulteriormente la ricostruzione sulle mancate omissioni della società sono stati sequestrati i cellulari dei maggiori indagati. E nelle chat di lavoro c’è stata la “certificazione giudiziaria” che i rischi sono stati elevati.

Secondo la procura che ha sequestrato anche la Liberty Lines e la società Sns il sistema era collaudato grazie alla compiacenza di militari della Capitaneria di Porto ritenuti infedeli e dei funzionari della Rina (cioè il registro della navigazione) con cui i vertici societari avrebbero stabilito anche che tecniche adottare per evitare la segnalazione di “avaria”. E i comandanti sapevano quello che accadeva. «Facciamoci la croce che il Signore ci accompagna», è stata la frase pronunciata di fronte all’ennesimo foro trovato su un natante. Tutto questo mentre le imbarcazioni continuavano a trasportare turisti verso Eolie, Egadi, Pelagie, Pantelleria e Ustica, ignari delle condizioni reali dei mezzi. E spesso si imbattevano anche in ritardi (considerevoli).