Cosa nostra
Mafia, un altro dei Nizza va al 41bis: è il boss “omaggiato” dalla candelora
Il decreto di Nordio pochi giorni dopo la scelta di Renna di azzerare i circoli agatini. Il santapaoliano Giovanni Nizza, detto "banana", sottoposto al carcere duro.
Un altro boss dei Nizza, frangia militare della famiglia catanese di Cosa Nostra, finisce al 41bis. Stavolta tocca a Giovanni Nizza “banana”, che da venerdì è sottoposto al regime “più duro” previsto dall’ordinamento penitenziario. Il decreto del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risale a qualche giorno fa.
Nessuna sorpresa. Il provvedimento era nell’aria dopo che qualche mese fa è scattata l’operazione “Naumachia”, da cui è emerso che Giovanni Nizza attraverso il telefonino - e anche tramite le videochiamate autorizzate dalla casa circondariale con la moglie - riusciva a dirigere le fila degli affari illeciti anche dal carcere. Avrebbe così scelto i nomi dei suoi referenti e come risolvere controversie. «Veri e propri summit da remoto», li hanno descritti i pm durante la conferenza stampa che si è svolta l’estate scorsa.
Ed è stato proprio durante l’incontro con i giornalisti che è venuta fuori la vicenda dell’omaggio al boss di Cosa Nostra durante la festa della patrona. Giovanni Nizza per rimarcare il suo potere mafioso avrebbe fatto esporre uno stendardo con scritto “Banana” (il suo nomignolo) su una candelora durante i festeggiamenti di Sant'Agata del 2022. E nel 2023 sullo stesso cereo, quello dei pescivendoli, è stato fatto sedere il nipote del santapaoliano. Il decreto di Nordio è arrivato (vedi le coincidenze temporali, ndr) pochi giorni dopo la scelta dell’arcivescovo Luigi Renna di azzerare i circoli agatini. Ma il capo della Chiesa catanese era già stato tranciante («fuori la mafia e il malaffare dalla festa») dopo che era esploso il caso della dedica all’esponente della cosca più pericolosa di Catania.
Salgono quindi a tre i fratelli Nizza che sono al 41bis. Gli altri due sono Daniele (uomo d’onore di Cosa Nostra) e Andrea. Salvatore Nizza invece è detenuto, ma in regime ordinario. Il core business criminale dei Nizza è il traffico di droga. Da San Cristoforo (in via Stella Polare) fino a Librino (al viale Moncada). Fabrizio Nizza, uno dei fratelli, diversi anni fa decise di diventare collaboratore di giustizia. Ma avere un pentito in famiglia pare non aver avuto alcun effetto sulla “credibilità mafiosa” del gruppo. Anzi. L’eredità criminale non ha subito “fermi biologici” ma è continuata anche con le nuove generazioni. Natalino Nizza, il figlio di Giovanni, non solo si è assunto l’onere di occuparsi degli affari di droga, ma ha anche ordinato un omicidio in piena pandemia Covid. Un caso di lupara bianca quello che ha coinvolto Enzo Timonieri nel 2021 che non si vedeva da diversi anni a Catania.
Ma torniamo al papà. Da venerdì quindi Giovanni “banana” Nizza è al “carcere duro”. Ogni comunicazione con l’esterno sarà limitata. E le lettere dovranno passare al vaglio dei controlli. L’inchiesta “Naumachia” è solo l’ultima di una lunga serie che coinvolge il boss: il suo curriculum criminale si compone di molte indagini e altrettante condanne. E a fare il suo nome, oltre al fratello Fabrizio pentito, in questi anni sono stati numerosi collaboratori di giustizia.