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L'inchiesta

Il sequestro della Liberty Lines: «Facciamoci la croce che il Signore ci accompagna»

La Procura di Trapani accusa la società di navigazione di aver nascosto guasti, rischi di legionella e favori dal Rina

Laura Mendola

21 Novembre 2025, 11:35

11:42

Il sequestro della Liberty Lines: «Facciamoci la croce che il Signore ci accompagna»

Un mezzo della Liberty lines

Un terremoto giudiziario scuote il mare di Sicilia e travolge la Liberty Lines, la compagnia che da anni assicura i collegamenti veloci con le isole minori. La Procura di Trapani ha acceso i riflettori su un sistema che, secondo gli inquirenti, avrebbe nascosto guasti e problemi di sicurezza pur di mantenere in piedi un servizio milionario. Sono quarantotto gli indagati, tra cui la stessa società e la Sns, e da lunedì nove di loro compariranno davanti al gip per l’esame delle misure cautelari.

Le carte dell’inchiesta raccontano di navi che viaggiavano nonostante avarie, di riunioni interne per decidere come mascherare i problemi e di funzionari del registro navale coinvolti in soluzioni "ad hoc" per evitare la segnalazione delle anomalie. In un caso, un buco nello scafo dell’imbarcazione Ale sarebbe stato derubricato a "evento straordinario", quando invece era già previsto un intervento di manutenzione mai eseguito.

Le intercettazioni restituiscono il clima che si respirava negli uffici della compagnia: dirigenti preoccupati per le ispezioni imminenti, comandanti che lamentavano motori rallentati e falle mai riparate, fino a commenti amari come “Facciamoci la croce che il Signore ci accompagna” di fronte all’ennesimo foro trovato su un natante. Tutto questo mentre le imbarcazioni continuavano a trasportare turisti verso Eolie, Egadi, Pelagie, Pantelleria e Ustica, ignari delle condizioni reali dei mezzi.

Il sequestro preventivo da oltre cento milioni di euro e l’amministrazione giudiziaria delle società segnano un punto di svolta. L’inchiesta, con un’ordinanza di 2700 pagine, mette in fila episodi che vanno dalla presenza di legionella a valori venti volte superiori ai limiti consentiti, fino ai viaggi gratuiti concessi a funzionari del Rina in cambio di "soluzioni tecniche" per evitare dichiarazioni di avaria.

Ora la parola passa al tribunale di Trapani. Sarà lì che si deciderà se questo sistema, descritto dagli inquirenti come collaudato e radicato, avrà conseguenze giudiziarie immediate per i protagonisti di una vicenda che intreccia affari, sicurezza e trasporti pubblici.