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Regione Siciliana

Arpa, fuori il biologo-artista col contratto "milleproroghe". Ora lo sostituisce il figlio del dirigente

Gino Beringheli ricoprirà il ruolo dell’ex capo Ignazio Cammalleri, cacciato dopo l’intervento di un altro Beringheli (il padre)

Luisa Santangelo

21 Novembre 2025, 07:51

Arpa, fuori il biologo-artista col contratto "milleproroghe". Ora lo sostituisce il figlio del dirigente

Foto pubblicata sulla pagina Facebook di Arpa Sicilia per festeggiare «la stabilizzazione di otto colleghi»

Quando la scure dell’amministrazione intransigente colpisce, trema anche chi ha tutto in regola. Come ha tremato il povero Ignazio Cammalleri, biologo classe 1959, pittore per passione, che dopo molte proroghe si è visto accorciare unilateralmente il contratto da dirigente apicale dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che pure puntualizza che non ci fosse niente di male. Di una «sostanziale illegittimità» di quelle proroghe aveva parlato il dirigente generale del dipartimento Ambiente dell’assessorato, Calogero Beringheli, nelle lettere con cui, per mesi, se la prendeva con quel contratto (e altri) per lui irregolare. Ora Beringheli ha vinto: Cammalleri ha salutato l’Agenzia ed è stato sostituito. Da Gino Beringheli, ingegnere, figlio del dirigente Calogero, stabilizzato da pochi mesi tra le file dell’Agenzia.

È il 1 marzo 2022 quando il biologo Cammalleri mette piede all’Arpa Sicilia per la prima volta, vincitore di un concorso per dirigente dell’Unità operativa complessa per la Ricerca e l’innovazione. Il contratto dovrebbe terminare nel 2022, ma l’Agenzia di Cammalleri non può fare a meno. Così arriva la prima proroga del contratto, fino al 28 febbraio 2025. E successivamente il direttore generale Vincenzo Infantino ne firma una ulteriore, portando il contratto di Cammalleri a scadere il 31 dicembre 2026.

Ad aprile 2025 il dipartimento Ambiente dell’assessorato regionale, di cui l’Arpa è un ente strumentale, comincia a domandarsi se con queste proroghe vada tutto bene. E, dopo avere chiesto un consulto all’ufficio legale della Regione, si dà una risposta: no, non va bene affatto. L’Arpa resiste il più possibile: Cammalleri è indispensabile, senza lui si rischiano di perdere quasi 59 milioni di euro fra fondi Pnrr, Fse, Poc e Pnc, tutti gestiti da lui. Ma il 14 ottobre 2025 il direttore generale è costretto a capitolare. Nel decreto col quale si revoca in parte il contratto del biologo-pittore, si legge: «L’Arpa non aveva allora dirigenti con la specifica formazione professionale richiesta» e, peraltro, «vi era (è) una grave lacuna di organico presso l’Agenzia». Insomma, non solo era tutto in regola, ma non si poteva fare altrimenti.

Però, a ben pensarci, forse lui non è così indispensabile addirittura fino al 2026. Perché è sì responsabile di fondi Pnrr, ma per un progetto in scadenza a dicembre 2025. Si può dunque «rivedere e riconsiderare l’interesse pubblico originario, anche in via prudenziale», e anticipare la scadenza del contratto. Non più il 31 dicembre 2026, ma il 31 dicembre 2025. Ma siccome Ignazio Cammalleri, lavoratore indefesso, da quando è entrato all’Arpa ha accumulato un sacco di ferie, il 30 ottobre l’Agenzia per la protezione dell’Ambiente gli fa presente «la necessità della fruizione» dei giorni di vacanza. A conti fatti: Cammalleri deve stare a casa e basta. Con buona pace del progetto Pnrr in scadenza a dicembre.

A questo punto, il cane comincia a mordersi la coda. Si può mica restare senza un dirigente dell’Uoc Ricerca e Innovazione? «In coerenza col principio costituzionale di buon andamento della pubblica amministrazione», la risposta è no. Ma il sostituto va trovato, a questo punto, dentro l’Agenzia, tra chi lavora in quella stessa unità operativa. Eccolo il candidato ideale: Gino Beringheli, figlio del dirigente generale Calogero Beringheli, già funzionario apicale dell’Arpa. Dove è entrato anche lui con contratto a tempo determinato, per occuparsi della qualità dell’aria nelle Aerca, le Aree a elevato rischio di criticità ambientale. Che poi è anche l’argomento sul quale ha scritto la tesi di Master, all’università di Palermo, discussa il 31 gennaio 2025. Il 9 aprile, a poche settimane dall’inizio dell’accertamento del dipartimento Ambiente sulle proroghe ai contratti dirigenziali, con un post su Facebook l’Arpa dà il benvenuto agli otto lavoratori appena stabilizzati, tra cui il giovane Beringheli.

Adesso, con un decreto dell’11 novembre, a lui vengono delegate «temporaneamente» alcune funzioni dirigenziali. Nello specifico, quelle relative al sistema informatico e all’«uso delle risorse strumentali e dei servizi per l’informatica e la comunicazione». Tutto questo fino al 31 dicembre, «fatti salvi eventuali provvedimenti successivi che si riterrà di adottare». Ma Cammalleri, oltre che di questo, soprattutto aveva l’incarico di dirigere lo sviluppo e la ricerca dell’Arpa. Queste competenze vengono attribuite a un’altra funzionaria, la catanese Rosanna Costa, anche lei entrata con un contratto di lavoro a tempo determinato, che con il biologo defenestrato lavorava a stretto contatto. Si dovrà occupare di «Progettazione e gestione di programmi di sviluppo e ricerca, incluso il monitoraggio e la rendicontazione dei progetti», oltre che della collaborazione con Ispra e della «rete ecologica regionale». Pure lei fino alla fine di quest’anno, poi chissà.