La polemica
"L’ufficio provvisorio di Poste a Randazzo è inadeguato"
L’associazione Eteria chiede delle tettoie. L’azienda: «Non si possono fare»
«Pur comprendendo la necessità della ristrutturazione degli uffici, il doveroso rispetto per l'utenza avrebbe imposto, durante la fase dei lavori, l'allestimento di locali provvisori più decorosi e consoni».
È una frase che ripetono in tanti nella cittadina medievale da quando Poste italiane spa, avendo iniziato i lavori di ristrutturazione dell’ufficio di via Carlo Levi, ha trasferito l’attività in una struttura temporanea. Una soluzione che l'associazione Eteria, guidata da presidente Carmelo Zingali e dal vice Giovanni D’Amico, ha definito «del tutto inadeguata».
L’associazione, infatti, ha formalizzato a Poste il proprio disappunto in una missiva, che descrive la sede provvisoria, come un «container fatiscente» privo di «comfort minimi e sicurezza», che costringe gli utenti, inclusi anziani e persone fragili, a lunghe e logoranti attese «al freddo, sotto la pioggia e senza alcuna tutela».
A ciò si aggiungono le proteste di alcuni cittadini che lamentano il continuo mal funzionamento del Postamat: «Lo troviamo guasto – spiega il dott. Antonio Salanitri – e non c’è neanche un cartello che avverta del disservizio».
Eteria chiede la realizzazione di «tettoie, gazebo, panche per la sosta e l'introduzione di un sistema di numerazione elettronica, oltre ad una comunicazione ufficiale sui tempi di esecuzione dei lavori ed al potenziamento del personale al fine di smaltire celermente le code».
Poste spa però in una nota replica: «I lavori mirano a garantire maggiore comfort e accoglienza e ad erogare importanti servizi. Durante il periodo degli interventi, tutti i servizi postali e finanziari sono garantiti alla popolazione attraverso una sede provvisoria. Come già comunicato alle istituzioni locali, per motivi di sicurezza nell’area di riferimento non è consentito collocare strutture di copertura».