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La riunione

Incendio alle Ciminiere, per la ricostruzione c'è bisogno dei soldi: «Serve soprattutto la volontà politica»

Ci vogliono 17,5 milioni e i tempi soono strettissimi: il cronoprogramma parte a dicembre 2025 e finisce nel 2028. Pressing politico sul governo (per l'anno prossimo) e fondi comunitari

Maria Elena Quaiotti

17 Novembre 2025, 23:00

Incendio alle Ciminiere, per la ricostruzione c'è bisogno dei soldi: «Serve soprattutto la volontà politica»

Il sindaco Enrico Trantino e il ministro Nello Musumeci

Servono 17,5 milioni di euro, e servono subito. La “scheda di progetto per la ricostruzione, bonifica e riqualificazione funzionale” post-incendio dello scorso 11 novembre che ha colpito il padiglione C1 delle Ciminiere, prontamente redatta dai tecnici della Città metropolitana di Catania, ha infatti previsto l'intervento con un cronoprogramma strettissimo: inizio progettazione dicembre 2025, inizio lavori giugno 2026, fine lavori dicembre 2028.

A chi chiedere i fondi? Il sindaco metropolitano Enrico Trantino non ci ha pensato due volte e, ieri, ha convocato al Centro direzionale di via Nuovaluce il gotha politico catanese a livello nazionale - hanno risposto alla chiamata il ministro alla Protezione civile Nello Musumeci, i senatori Valeria Sudano (Lega) e Salvo Pogliese (FdI) - e regionale, c'erano i deputati Salvo Tomarchio (FI), Alessandro Porto e Giuseppe Zitelli (FdI), Ludovico Balsamo (Mpa) e gli “outsider” Salvo Giuffrida (Nuova Dc) ed Ersilia Saverino (Pd).

In maniera inedita si sono lasciate le porte aperte alla stampa per tutta la durata della riunione, definita tecnica. Trantino ha messo sul tavolo le opzioni operative, premettendo: «Non credo si possa ricostruire lo stesso progetto dell'architetto Giacomo Leone». Dunque, intanto, “Cutuliscio” addio. «Ho già chiesto alla procura – ha detto Trantino – il dissequestro della sala da 600 posti alle Ciminiere, stiamo prevedendo una funzionalizzazione del padiglione F1 per garantire a livello provvisorio, con un intervento da 2,5 milioni, un'area anche convegnistica in attesa di definire i lavori sul padiglione C1, per cui coinvolgeremo gli ordini professionali». Il turismo congressuale è sempre stato un “pallino” di Pogliese da sindaco e «l'approvazione del regolamento ad hoc – ha ricordato – con promozioni e scontistiche per favorirlo. Il fattore tempo, in questo caso, è vitale».

Dal governo centrale lo spiraglio sui fondi per la sala da 1.200 posti alle Ciminiere è parso, però, sottilissimo. «Non si tratta solo di trovare le risorse, ma anche di correre contro il tempo – ha rilevato il ministro Musumeci – per non lasciare fuori Catania dal turismo congressuale e convegnistico, uno dei grandi limiti dell'Isola. Dal governo centrale, con l'Italia impegnata nel risanamento pubblico, si può pensare a un intervento solo con l'esercizio 2027. Troppo tempo. Io farò la mia parte, le Ciminiere sono e restano il simbolo della rinascita della città, però non vi do molte illusioni sui tempi». Un occhiolino è stato strizzato dal ministro sulla «possibilità di attingere a eventuali fondi su leggi antisismiche per intervenire sulla struttura».

Il tutto, però, resta in divenire. «A volte, nelle “notti della Finanziaria”, a Palermo come a Roma – ha suggerito Sudano – c'è la possibilità di inserire qualche somma come contributo per i lavori di ristrutturazione. Serve, però, un lavoro sinergico e credo sia più il caso di lavorare sui fondi comunitari previsti su altre opere».

«Entro mercoledì – ha indicato Zitelli – si convochi un tavolo che affianchi il settore della programmazione dei fondi comunitari con l'assessorato regionale ai Lavori pubblici. I deputati catanesi, intanto, penseranno ad un emendamento ad hoc in variazione alla Finanziaria». «Suggerisco di anticipare un incontro con il presidente della Regione – ha aggiunto Porto – o rischiamo di entrare nel dimenticatoio. E non ce lo possiamo permettere». «Si tratta di volontà politica – ha acceso la miccia Tomarchio – se c'è, allora ognuno si faccia portavoce con i propri partiti sui fondi ancora disponibili, certo non per tutti i 17 milioni, ma ancora oggetto di trattativa. Poniamo il tema pubblico, firmiamo un emendamento e, come deputazione catanese torniamo a fare politica non votando la Finanziaria finché non passa». «La cosa che chiedo – ha rilevato Saverino – è ragionare su proposte concrete». Resteranno solo buone intenzioni?