Il processo
Caltanissetta, cedette il metadone che si rivelò fatale: rinviato a giudizio
I genitori e il fratello della vittima si sono costituiti parte civile
Sarà il processo dinnanzi al giudice monocratico di Caltanissetta a stabilire se Giuseppe Cinquerughe, di 46 anni, è colpevole della morte di Leonardo Vigneri. A stabilire il rinvio a giudizio, su richiesta del pm Luigi Lo Valvo, è stato il gup David Salvucci che ha ammesso la costituzione di parte civile dei genitori e del fratello della vittima, rappresentati dagli avvocati Ramona Dacquì e Giuseppe Dacquì.
La morte di Vigneri ruota attorno al mondo del consumo di sostanze stupefacenti ed è avvenuta il 31 marzo dello scorso anno. Da una parte ci sarebbe stato Cinquerughe (difeso da Salvatore Amato) che, secondo l’accusa, ha ceduto a Vigneri un flacone di metadone che gli era stato consegnato dal Sert di Caltanissetta; dall’altra Vigneri che si sarebbe intossicato fino ad avere un arresto cardiocircolatorio con l’assunzione del metadone, verosimilmente per via endovenosa.
Le indagini sono iniziate subito dopo la morte di Vigneri con il sequestro del flacone di metadone, della siringa monouso e del cellulare della vittima. E dal dispositivo elettronico sarebbero emersi i contatti tra i due. Ad un anno e mezzo da quella tragedia c’è il rinvio a giudizio di Cinquerughe per spaccio di sostanze stupefacenti e la conseguente morte di Vigneri. Due personaggi noti alle cronache nissene perché nel mondo delle sostanze stupefacenti hanno sempre orbitato quali consumatori assidui. Sarà ora il processo a stabilire la responsabilità penale del 46enne.