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Mobilità

Parcheggio Nesima: stalli vuoti, qualche disservizio e la fila di "scrocconi" all'esterno

Approfittando dell'assenza di possibili verbalizzanti in tanti lasciano l'autovettura al di qua delle sbarre d'ingresso

Maria Elena Quaiotti

11 Novembre 2025, 21:30

Parcheggio Nesima: stalli vuoti, qualche disservizio e la fila di "scrocconi" all'esterno

Parcheggio «Nesima»: contraddizioni e limiti della mobilità sostenibile

Il parcheggio «Nesima» gestito da Amts riassume in sé tutte le contraddizioni e i limiti del concetto di mobilità sostenibile in città. Perché se qui nel tempo si è creato un invidiabile interscambio tra auto, bus e metropolitana, nei fatti è stato lasciato, per così dire, «allo stato brado».

Spieghiamo meglio e iniziamo dai «furbetti del parcheggio». Ormai ogni giorno si notano file di auto parcheggiate per ore immediatamente a ridosso del sito, ciò nonostante evidenti segnali di divieto di sosta. Chi dovrebbe intervenire con multe e rimozioni non lo fa e così l'insana abitudine persiste, nonostante i 400 stalli disponibili a tariffe a dir poco convenienti per la sosta regolare all'interno del parcheggio, dove si parla di tariffe da 50 centesimi l’ora e 2 euro oltre le 3 ore e per tutta la giornata. Per la formula che include l'utilizzo dell’autobus (non ancora per la metro) la sosta è gratuita e si paga solo il biglietto del bus, 2 euro l’andata e ritorno per una persona, 3 euro per due persone, 4 euro per tre persone e 5 euro per quattro persone. A conti fatti, un notevole risparmio se si pensa che il singolo biglietto del bus ormai costa 1,40 euro.

All'interno del parcheggio diversi stalli risultano inutilizzabili per la disconnessione del terreno e una macchinetta per il pagamento della sosta è fuori uso almeno da febbraio 2024, come testimoniato in un nostro servizio dell'epoca, e mai più sistemata. La sala d'attesa è diventata «ricovero diurno» per homeless, che (chiariamo) non recano disturbo ai passeggeri in attesa dell'autobus, ma di certo non sembra essere la soluzione migliore per nessuno. Attigua alla sala d'attesa ancora langue una postazione di bike sharing, che si spera torni presto attiva con il ripristino del servizio da parte di Amts.

Ma è per l’interscambio più utilizzato, cioè quello con la metropolitana, che si assiste al paradosso: è infatti il varco pedonale dal parcheggio verso la circonvallazione (e viceversa), nonostante sia ben segnalato, a non essere altrettanto agevole. O meglio, non risponde al principio di abbattimento delle barriere architettoniche tanto care alla Ue e ormai anche al comune sentire.

«Ma fate così ogni giorno?», abbiamo chiesto ad alcuni studenti appena usciti dalla metropolitana, che avevano salito una scala, attraversato i binari del percorso ormai dismesso della littorina Fce per poi prendere un'altra scala fino al parcheggio. «È così da sempre – rispondono ilari – anzi, almeno ora il treno non passa più e possiamo passare senza problemi. Qualcuno poco attento potrebbe inciampare, ma finora non è successo». Ci lasciano procedendo spediti verso l'uscita del parcheggio, dove ad attenderli ci sono una o più macchine per riportarli a casa.

Ad oggi nessun progetto per migliorare l’accessibilità a Nesima è stato previsto nel piano delle opere pubbliche del Comune, se non per le fermate della metro di «Cibali» e «Milo» dove pure quei binari dovrebbero lasciare spazio alla «greenway», percorso riservato a pedoni e ciclisti. La dismissione dell'ex ferrovia con trasferimento al Demanio per gli interventi successivi è in corso e occorrerà una azione congiunta (finalmente) di tutti gli enti coinvolti.