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le contestazioni

Piano del Porto, non si fermano le polemiche Cgil: «Si faccia un patto a tutela dei lavoratori»

Sinistra italiana «Faremo un esposto. Violate prescrizioni regionali»

Redazione Catania

11 Novembre 2025, 07:50

Piano del Porto, non si fermano le polemiche Cgil: «Si faccia un patto a tutela dei lavoratori»

«Clausole occupazionali vincolanti e percorsi di formazione e riqualificazione professionale». Il nuovo Piano regolatore del Porto (Prp) porta con sé numerosi temi. Non solo quello del carico urbanistico e dei progetti, ma anche delle prospettive occupazionali per le persone che nell’infrastruttura etnea ci lavorano. Lo sottolineano Cgil e Filt Cgil che, alla luce dell’approvazione del nuovo Prp da parte del comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale, annunciano particolare «attenzione» sul processo amministrativo che verrà.

«Il nuovo Piano rappresenta oggi una svolta attesa da decenni e una concreta opportunità di crescita, - dichiarano i segretari generali della Cgil, Carmelo De Caudo, e della Filt Cgil, Edoardo Pagliaro - Adesso è necessario che garantisca occupazione qualificata. Proprio perché oltre alla crocieristica è prevista un’espansione delle aree produttive, sarà necessario concentrarsi sul rilancio delle attività produttive, artigianali e logistiche che oggi occupano centinaia di lavoratori». Il sindacato chiede quindi «un protocollo d’intesa “Porto-Città-Lavoro”, che assicuri il coinvolgimento attivo delle organizzazioni sindacali, un sistema di monitoraggio pubblico sugli impatti ambientali e occupazionali e un piano di rigenerazione urbana che restituisca il mare ai cittadini». La Cgil e la Filt «propongono anche un piano formativo permanente». Altra richiesta è quella di costruire un porto accessibile e inclusivo. «Le aree retroportuali - continuano De Caudo e Pagliaro - devono essere inserite in un progetto di rigenerazione equilibrato, che non espella i residenti né favorisca speculazioni immobiliari. Il Piano prevede già una visione d’insieme con l’integrazione dei porti di Catania, Augusta e Pozzallo, ma il sindacato farà la sua parte per evitare eventuali duplicazioni e competizioni dannose. L’obiettivo sarà tutelare ogni garanzia di ricollocazione per i lavoratori coinvolti».

Anche Sinistra italiana non molla la presa sul Prp, arrivando a definire il comportamento del presidente dell’Autorità portuale Francesco Di Sarcina come quello di un «autocrate russo». E questo perché, nonostante le numerose osservazioni arrivate dalle parti sociali, dalle associazioni e perfino dal Consiglio comunale di Catania, nel Prp approvato «si è limitato a ribadire quasi del tutto» i contenuti contestati, «ignorando le prescrizioni, le raccomandazioni e i pareri negativi e riconfermando la portata speculativa e sovradimensionate delle sue previsioni. Non è pensabile che un’opera così decisiva per lo sviluppo della città [...] possa essere decisa senza un confronto democratico e in sfregio alle critiche emerse», si legge in una nota firmata dal segretario provinciale Giolì Vindigni e da quello cittadino Marcello Failla.

«Il presidente Di Sarcina ha riconfermato l’allargamento a nord del porto e la nuova darsena che danneggerà la scogliera dell’Armisi...». Vero è che l’intervento sulla foce dell’Acquicella è ridimensionato rispetto alle prospettive originali, ma è vero anche che rimane prevista «la costruzione di 1.470.500 metri cubi di palazzi». «Pura speculazione edilizia», la definisce Sinistra italiana.

«Il porto è e deve restare dei catanesi», conclude il partito. Da qui l’annuncio: la presentazione di un’interrogazione parlamentare urgente e un esposto alla magistratura.