L'inchiesta di Palermo
Il "colonnello" ai pm: «Mai rivelato indagini a Cuffaro». E comincia il tour de force degli interrogatori
Il carabiniere accusato di essere "la talpa" ha respinto le accuse. E, intanto, il gip affronterà il capitolo della gara truccata a Siracusa
«Non ho mai rivelato indagini a Totò Cuffaro e non ho mai passato informazioni di carattere riservato». Ha respinto tutte le accuse Stefano Palminteri, il “colonnello” dei carabinieri accusato di essere una delle “talpe” di Totò Cuffaro. Il militare, che è indagato per rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, è stato sentito sabato mattina negli uffici della procura di Palermo. Palminteri ha ricevuto nei giorni scorsi l’avviso per rendere interrogatorio dai pm Giulia Falchi, Andrea Zoppi e Claudio Camilleri. Il carabiniere, difeso dagli avvocati Carmelo Peluso e Luigi Latino del foro di Catania e dall’avvocato Michele De Stefani del foro di Palermo, ha confutato punto per punto la ricostruzione degli investigatori del Ros.
Dalle intercettazioni emergono contatti diretti con il difensore di Cuffaro per avere un appuntamento con l’ex governatore. L’incontro, come documentano le immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza di via Generale Streva (nella foto), alla fine c’è stato. Cuffaro e Palminteri si sono incontrati la sera del 15 marzo 2024 a casa dell’avvocato. Il colonnello ha confermato ai pm di aver incontrato il leader della Dc ma per «altre vicende». Il militare ha ribadito che non ha mai fornito informazioni riservate e coperte da segreto all’ex presidente della Regione, che è indagato per associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Il colonnello dei carabinieri, inoltre, ha negato qualsiasi richiesta di posti di lavoro per la moglie o per qualunque altro. E ha motivato le sue affermazioni con «fatti e argomentazioni puntuali». La questione è collegata alla frase pronunciata da Cuffaro nella quale afferma che Palminteri «avrebbe chiesto» un posto di lavoro «nel microcredito per la moglie». Dichiarazioni che sono state, quindi, respinte con forza dall’indagato.
Palminteri, inoltre, ha chiarito i suoi rapporti con il deputato regionale Carmelo Pace. Una frequentazione che sarebbe «legata a una conoscenza pregressa ma collegata ad altre questioni non inerenti alle indagini».
Fin qui la difesa del carabiniere. Da domani, invece, comincerà il “tour de force” degli interrogatori preventivi davanti al gip a cui la procura ha sollecitato di emettere una misura cautelare. Domani mattina è il turno di otto indagati. E precisamente Ferdinando Aiello, Marco Dammone, Mauro Marchese, Paolo Bordonaro, Giuseppa Di Mauro, Paolo Emilio Russo, Vito Fazzino e Sergio Mazzola. Il focus della giornata di domani saranno le contestazioni di corruzione e turbativa d’asta legata alla gara-ponte, bandita dall’Asp di Siracusa, per il servizio di ausiliarato. Che per i pm sarebbe stata truccata al fine di favorire la Dusmann Service. Manager della sanità e imprenditori cercheranno di smontare la tesi accusatoria. Questo capitolo sarà esaurito però giovedì quando si presenterà davanti alla gip Carmen Salustro anche Alessandro Caltagirone, l’ex direttore generale dell’Asp aretusea che avrebbe assecondato le richieste di Totò Cuffaro e del deputato nazionale Saverio Romano. Entrambi renderanno interrogatorio venerdì prossimo.
Giovedì mattina è anche il turno dell’ex Dg degli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, Roberto Colletti, che dovrà affrontare le domande sulle contestazioni relative al presunto concorso pilotato degli Oss. Accusa contestata anche ad Antonio Iacono e Vito Raso. Quest’ultimo, fidatissimo di Cuffaro, sarà interrogato dalla gip venerdì mattina assieme ad Antonio Abbonato. Nello stesso giorno toccherà al deputato regionale Carmelo Pace. Che, oltre ad essere accusato degli appalti pilotati al Consorzio di Bonifica della Sicilia Occidentale assieme al presidente Giovanni Tomasino e all’imprenditore Alessandro Vetro, farebbe parte del “comitato occulto” con Cuffaro, Raso e Abbonato.