Le carte dell'inchiesta
«Quella tr... della Ruvolo»: lo scivolone "patriarcale" di Cuffaro
La deputata regionale di Forza Italia: «Linguaggio inaccettabile nei confronti di una donna». Solidarietà da Ismaele La Vardera
Totò Cuffaro, off the record, usa un linguaggio non solo informale, ma anche di pancia. E gli scivoloni diventano tanti, anzi troppi. Dopo i commenti, tutt'altro che lusinghieri, nei confronti degli alleati e del governatori, nelle carte dei carabinieri del Ros ci sono parole a dir poco inqualificabili rivolte a una donna: Margherita La Rocca Ruvolo, deputata regionale agrigentina di Forza Italia, che nell’ottobre di due anni fa fece dichiarazioni sulle nomine da «retrobottega» nella sanità. E, parlando con l’assessora Nuccia Albano, ha definito la parlamentare Ars «cretina». Poi, parlando con l’ex Dg dell’ospedale Villa Sofia-Cervello, Roberto Colletti, i toni diventano patriarcali. Il periodo è sempre l’autunno 2023. La conversazione è quella collegata alla frase ormai famosa: «Il sorteggio è una minchiata».
Cuffaro …questa troia della RUVOLO dice che io faccio… (si sovrappongono le voci, ndr)
Cuffaro: …una troia!... l’unica che…
Colletti: ma… (si sovrappongono le voci, ndr)
Cuffaro: …l’unica che si è faPa le nomine (si sovrappongono le voci, ndr)…
Colletti: … io guarda…
Cuffaro: …si è fatta le nomine è lei guarda… suo marito l’ha nominato…
Colletti: ma lì… incomprensibile…
Cuffaro: dappertutto e rompe la minchia a me!...lasciamo perdere và!...
Queste le intercettazioni così come sono trascritte dagli investigatori. La protagonista degli insulti, la deputata Fi Margherita La Rocca Ruvolo, è intervenuta: «Respingo con forza i toni e la terminologia utilizzata nei miei confronti in più contesti svelati dall’inchiesta, che mostrano un atteggiamento maschilista e arrogante con un linguaggio inaccettabile nei confronti di una donna che svolge il proprio ruolo istituzionale con impegno e dedizione. Come sempre, quando si deve attaccare una donna, l’insulto sessista diventa normale, quasi un intercalare a cui purtroppo non si dà più peso perché siamo abituati a queste volgarità da postribolo. Insulti che non possono essere declinati al maschile, usati da chi, evidentemente, non capace di confrontarsi sui contenuti, pensa che dando a una donna certi appellativi possa svilirla nella sua dignità - aggiunge la deputata - La politica, né in pubblico né in privato, non può e non deve tollerare simili toni, che nulla hanno a che vedere con il confronto democratico. Trovo inoltre grave e fuori luogo - aggiunge - il riferimento a mio marito, un medico serio e affermato con oltre quarant'anni di esperienza che non ha bisogno e non mai cercato incarichi, che ha sempre lavorato per la sanità pubblica, sicuramente in modo diverso da come facevano i protagonisti di questa indagine che, al di là dell’iter giudiziario che farà il suo corso nel rispetto del lavoro degli inquirenti e del diritto alla presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, mostra un quadro di interessi opaco, una lobby affaristica che aveva smarrito il senso, o forse non lo aveva mai trovato, dell’interesse pubblico, soprattutto in ambito sanitario». E conclude: «Nonostante gli attacchi che mi sono arrivati da esponenti della Dc in più occasioni sia pubbliche che private rassicuro tutti che continuerò a svolgere il mio lavoro con la stessa linearità, trasparenza e determinazione di sempre, convinta che la politica debba essere luogo di idee, competenza e rispetto reciproco, non di insinuazioni, attacchi e offese personali».
Solidarietà è arrivata da Ismaele La Vardera nei confronti della collega deputata: «Sono sconvolto da come Totò Cuffaro ha definito la deputata Margherita La Rocca Ruvolo, che l'ha definita "questa troia della Ruvolo" secondo quanto riporta un’intercettazione dei ROS su Cuffaro. Una bruttissima storia, la Ruvolo, infatti, ha come unica "colpa" quella di aver messo bocca sugli affari della sanità dell'ex segretario della Dc, Cuffaro. E l'ha fatto il 10 ottobre 2023, giornata in cui proprio io mi congratulai con la Ruvolo in un mio intervento in aula perché, nonostante la sua appartenenza alla maggioranza Schifani, ebbe il coraggio di associarsi alla mia denuncia rispetto allo strapotere di Cuffaro sulla sanità. Lo avevamo già capito quasi due anni fa e nell’informativa dei ROS fa specie leggere le parole usate nei confronti di una donna, di un deputato, di un sindaco che ha avuto l’onestà intellettuale di mettersi contro il sistema di un suo stesso alleato politico. Mi sento di esprimere solidarietà alla collega e profondo sdegno per un soggetto dal quale la Sicilia pretende delle scuse. Mi rivolgo al presidente Schifani, che nonostante dopo la giunta di oggi non ha mosso un dito contro la Dc, non si è neanche associato a questo sdegno. Parliamo dello stesso presidente che ha fatto la corsa per intestarsi la mia legge sulle donne vittime di violenza ma che oggi rimane in silenzio davanti a tutto quello che sta succedendo, pur di mantenere la maggioranza e la sua poltrona. Hanno messo in piedi un bluff in piena regola visto che gli assessori sono saldamente seduti ai posti di comando».