Il caso
Hostess palermitana morta a Vienna, la famiglia del fidanzato: "Ora basta linciaggio mediatico"
Con una lettera ai media i genitori di Elio respingono accuse senza riscontri e denunciano la gogna mediatica dopo la morte di Aurora, caduta dal terzo piano a Vienna
Aurora Maniscalco
I genitori di Elio Bargione, Carlo e Maria Concetta, intervengono con una lettera indirizzata agli organi di stampa dopo la morte di Aurora Maniscalco, precipitata tra il 21 e il 22 giugno dal terzo piano dell’abitazione di Vienna in cui viveva con il fidanzato. La famiglia respinge le accuse e i sospetti rivolti al giovane, denunciando una gogna mediatica priva di riscontri.
«Elio Bargione è stato il fidanzato di Aurora Maniscalco, che tra il 21 e 22 giugno scorsi ha tragicamente perso la vita a Vienna cadendo dal terzo piano del palazzo in cui viveva con lui. Da quel tragico momento è stato travolto da un’ondata di odio, sospetti e accuse che non trovano alcun fondamento nei fatti asseriti. Scriviamo questa lettera spinti da un profondo dolore, ma anche da un senso di giustizia che non possiamo più ignorare», affermano Carlo Bargione e la moglie Maria Concetta, a nome dell’intera famiglia.
«La morte di Aurora è una tragedia immensa, che ha colpito due famiglie e scosso profondamente tutti coloro che li conoscevano. Nessuna parola potrà lenire davvero il dolore di chi l’ha amata, e a loro va tutta la nostra umana vicinanza. Ma mentre ancora piangiamo questa perdita, Elio viene esposto quotidianamente a una gogna mediatica feroce e disumana. Nostro figlio viene dipinto colpevole senza alcuna prova e giudicato da chi non sa nulla della loro storia, della loro vita, dei fatti reali. La sua sofferenza, il suo rispettoso silenzio, vengono letti come sospetti invece che come dolore».
E ancora: «Non è accettabile che in un momento così drammatico si alimentino odio, insinuazioni e linciaggi mediatici. Elio ha amato Aurora con tutto se stesso ed oggi sta vivendo uno dei momenti più bui della sua vita, e merita rispetto, non persecuzioni. Nessuno ha il diritto di calpestare il dolore di chicchessia attivando pubblici processi basati su chiacchiere e pregiudizi. Aurora merita rispetto. Anche Elio».