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Il personaggio

Diplomazia e business: 20 billions in 20 minuti

L’italoamericano Zampolli rappresentante di Trump per le partnership globali in missione in Uzbekistan

Antonello Piraneo

02 Novembre 2025, 00:05

00:56

Diplomazia e business: 20 billions in 20 minuti

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Masayoshi Son, miliardario giapponese di origini coreane, è un guru della finanza creativa, le sue “lezioni” sono virali sul web. È l’uomo dei 45 miliardi di dollari raccolti in 45 minuti nel 2017 durante un incontro con il principe saudita Mohammed bin Salman, convincendolo a investire nel suo Vision Fund, quindi nell'intelligenza artificiale quale asset strategico del mondo futuro, in realtà già presente. Materia comunque impalpabile.

Paolo Zampolli, ambassador italoamericano amico personale di Donald Trump e da lui nominato poco dopo il suo ritorno alla Casa Bianca rappresentante speciale per le partnership globali, ha mutuato la filosofia, la velocità di azione di Masayoshi Son, trasferendola dalla finanza creativa alla diplomazia creativa, con business assolutamente tangibili, altroché, chiudendo nell’Uzbekistan accordi per 20 miliardi di dollari in 20 minuti. Anche se l’accostamento che maggiormente gratificherebbe Zampolli non è certo quello al finanziere asiatico ma al “suo” presidente e al saggio autobiografico che scrisse Trump, “The Art of the deal”, l’arte di fare affari.

Leggendo i post di questo lumbard di 55 anni - arrivato negli States quando era “solo” un giovane ambizioso e lì protagonista di una scalata relazionale che l’ha portato dentro il cerchio magico di Trump prima ancora che il tycoon diventasse presidente degli States nel 2017 - si apprende che nel corso della sua breve ma evidentemente intensa visita nel Paese euroasiatico, Zampolli ha favorito la fornitura all’Uzbekistan di aerei della Boeing appunto per 20 miliardi di dollari e appunto in 20 minuti.

Decisionismo americano e diplomazia economica. D’altronde questa è la mission data a Zampolli, che gira i quattro angoli del mondo per stringere accordi commerciali. Qualcuno lo aspetta in Italia, dove ovviamente opererebbe d’intesa con l’ambasciatore degli Usa, Tilman J. Fertitta, come vogliono i protocolli della diplomazia diplomatica.

Zampolli in quell’area sconfinata che comprende altre repubbliche ricche di terre rare come Kazikistan, Kirghistan, Tagikistan e Turkmenistan, si è lasciato porte aperte, tante, muovendo anche la leva della diplomazia sportiva, plaudendo al presidente Mirziyoyev per aver investito nel Centro Olimpico di cui si parlerà tanto. Perché i mondi, nell’era della frammentazione geopolitica, sono tanti e tutti vanno conosciuti, partendo da Washington e arrivando a Tashkent, la capitale uzbeka, magari passando da Roma per chiedere sostegno alla battaglia che Zampolli conduce da anni contro la droga degli zombie, il micidiale Fentanyl, entrata anche nell’agenda dei lavori del G7 a presidenza italiana. Non a caso.