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L'esposto

Morta dopo alluvione, i familiari di Marianna: «Aprire inchiesta per omicidio colposo»

I parenti, attraverso il legale, hanno depositato un esposto alla procura di Agrigento per verificare se ci siano responsabilità da parte degli organi di Protezione Civile

Laura Distefano

28 Ottobre 2025, 13:50

18:13

Favara, ancora nessuna traccia di Marianna Bello travolta dalla furia dell'acqua: ricerche senza sosta

I familiari di Marianna Bello, la trentottenne travolta e uccisa dall’alluvione che si è abbattuta su Favara lo scorso primo ottobre e il cui corpo è stato ritrovato dopo 19 giorni di ricerche, hanno presentato un esposto alla Procura di Agrigento. Attraverso il loro legale, l’avvocato Salvatore Cusumano, chiedono l’apertura di un’inchiesta per omicidio colposo.

Le indagini dovrebbero accertare se la tragedia sia stata determinata da «condotte omissive e colpose dell’ingegnere Salvatore Cocina nella qualità di dirigente generale del dipartimento regionale Protezione civile in merito all’errata emissione dell’allerta meteo» e «del sindaco di Favara Antonio Palumbo, dei dirigenti comunali dell’area Lavori pubblici, Urbanistica, Edilizia e Patrimonio per l’omessa custodia e manutenzione del convogliatore idraulico» che ha inghiottito la trentottenne.

I familiari di Marianna Bello, attraverso l’esposto depositato in Procura, paventano presunte, «gravi responsabilità del sindaco di Favara (Agrigento) Antonio Palumbo e dell’Ufficio tecnico comunale connesse alla gestione e manutenzione di quel convogliatore idraulico di piazza Della Libertà».

«Tale infrastruttura di competenza e sotto la custodia del Comune di Favara presentava e presenta tutt'oggi segni evidenti di degrado e di mancata manutenzione, mancate protezione per la salvaguardia dell’incolumità delle persone, fattori che hanno contribuito e concorso - è stato scritto nell’esposto depositato - al decesso di Marianna Bello, a causa di negligenza e imperizia dell’amministrazione comunale».

L'avvocato Salvatore Cusumano, legale di fiducia della famiglia, entra nel dettaglio: «La grave omissione nella custodia e nella manutenzione di tale struttura, come l’apertura delle griglie, due bocche su cinque, del convogliatore costituisce un elemento decisivo nell’innesco e nell’aggravamento degli effetti devastanti dell’evento meteorologico». Marianna Bello venne infatti, purtroppo, inghiottita proprio dal convogliatore. «Se fossero state chiuse le bocche del convogliatore, come lo sono oggi, bloccate dai loro chiavistelli - è stato scritto - Marianna sarebbe ancora viva».