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Operazione Molosso

Lo spaccio di droga con i bimbi in braccio: i pm chiedono le condanne per diciassette

Il blitz dei carabinieri smantellò una piazza di spaccio creata all’interno di una palazzina di San Cristoforo

Laura Distefano

25 Ottobre 2025, 09:14

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Avevano allestito una casa dello spaccio in un appartamento di una palazzina al civico 58 di via Salvatore Di Giacomo, la strada dove ha vissuto per anni il capo dei capi catanesi Nitto Santapaola. Nell’appartamento, dotato di porta blindata e videosorveglianza, era stato organizzato un centro di smistamento di marijuana e crack che avrebbe avuto come punto di riferimento, anche perché l’immobile lo avrebbe messo a disposizione lui, Salvatore Condorelli. I pusher vendevano dosi ai clienti anche con i bimbi in braccio. Nessuno scrupolo al gioco dello spaccio. Inoltre, stavano allevando un cucciolo di rottweiler, di nome “Dante”, che appena cresciuto avrebbe dovuto fare da “guardia” alla drug house. Ma i carabinieri sono arrivati prima con l’operazione “Molosso” che a inizio anno ha portato all’esecuzione di due ordinanze, una emessa dal gip ordinario e l’altra dai gip dei minorenni.

Il processo agli over 18 è arrivato a un punto di snodo con le richieste di pena avanzate dai pm Rocco Liguori e Michela Maresca che vanno da 2 a 20 anni. Eccole nel dettaglio: Salvatore Condorelli 20 anni, Massimiliano Claudio Russo 9 anni e 6 mesi, Alessio Licandro 5 anni, Carmine Onesto 7 anni, Giovanni Munzone 12 anni, Giuseppe Ciraudo 7 anni, Francesco La Rosa 12 anni, Michele Miraglia 7 anni, Nicodemo Aversa 12 anni, Francesco Salamanca 7 anni, Giuseppe Gambero 10 anni e 4 mesi, Orazio Licciardello 2 anni (solo per lo spaccio e non per il reato associativo finalizzato al traffico di droga), Concetto Venuto 2 anni, Samuele Palmieri 2 anni, Mario Privitera 2 anni. Ora l’udienza preliminare proseguirà con le arringhe delle difese.

Torniamo ai dettagli dell’inchiesta: i carabinieri erano riusciti “sotto copertura” ad arrivare fin dentro la casa dello spaccio. Era il 202, quando si sono finti “clienti” facendo scattare le manette ai pusher presenti. Ma nonostante gli arresti e i sequestri di droga, gli spacciatori hanno riaperto il supermercato di marijuana e crack che secondo le stime degli investigatori fruttava circa 3.000 euro al giorno. Si lavorava quasi 24 ore: si partiva alle 9 del mattino e si chiudeva alle 3 di notte. I militari sono arrivati a contare fino a 200 vendite in una sola giornata. Le riserve delle dosi di “erba” e “cristalli” non erano tutte in via Di Giacomo: la sostanza era nascosta in altre abitazioni e, all’occorrenza, era trasportata dai corrieri che noleggiavano delle auto per lo scopo illecito.