lavoro
Crisi zona industriale, i sindacati chiedono un tavolo nazionale
Allarme a Siracusa: chiesta chiarezza sugli investimenti per salvare centinaia di posti di lavoro dopo il pignoramento delle azioni Isab

La crisi del polo petrolchimico di Siracusa si fa sempre più grave e preoccupante. Ieri, presso Confindustria Siracusa, si è tenuto un incontro tra le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm e Federmeccanica, durante il quale sono emerse forti preoccupazioni riguardo al futuro occupazionale e industriale dell’area. Le segreterie regionali e territoriali delle tre sigle hanno sottolineato la necessità di un intervento immediato e coordinato, auspicando l’apertura di un tavolo di crisi nazionale che possa garantire trasparenza, programmazione e strategie condivise tra imprese, lavoratori e istituzioni. Alla riunione hanno partecipato importanti rappresentanti sindacali, tra cui i segretari regionali Pietro Nicastro, Francesco Foti e Vincenzo Comella, insieme ai segretari provinciali e ai vertici di Confindustria Siracusa. Tutti hanno concordato sull’urgenza di un coinvolgimento diretto del Governo per assicurare la continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro, oltre a un ruolo attivo delle istituzioni locali e regionali per definire un piano di rilancio concreto e immediato.
I sindacati hanno inoltre richiesto massima chiarezza sulle prospettive industriali del sito, con la pubblicazione dei piani di investimento e sviluppo da parte delle committenti, fondamentali per tutelare l’occupazione metalmeccanica. È stata evidenziata anche l’importanza di attivare con urgenza i fondi regionali destinati alla formazione e riqualificazione del personale, per colmare il gap tra le competenze richieste dal mercato e quelle attualmente disponibili. A complicare ulteriormente la situazione è il recente pignoramento delle azioni Isab detenute da Goi Energy, disposto dal Tribunale di Milano su richiesta di Litasco per un credito di 150 milioni di euro. Questo provvedimento giudiziario rappresenta un duro colpo alla già fragile stabilità del polo industriale siracusano, che da mesi affronta tensioni finanziarie e incertezze gestionali. Il rischio concreto è quello di compromettere centinaia di posti di lavoro e di mettere a rischio un’area strategica per l’economia.