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SPAZZATURA

Rifiuti a Catania, il conto nascosto: due nuovi affidamenti diretti in tempi record

Tra gare andate deserte alla Srr e servizi indispensabili, micro-appalti per inerti e rifiuti misti (e non solo) fanno lievitare i costi della gestione dell'igiene urbana in città

Luisa Santangelo

07 Ottobre 2025, 20:23

Discarica a Catania

Una micro-discarica a Catania

Quant’è difficile raccogliere l’immondizia in una città come Catania probabilmente lo capiscono davvero solo alla direzione Ecologia del Comune. Perché oltre alla gara d’appalto settennale per i rifiuti solidi urbani (quella che divide la città in tre lotti di porta a porta, gestiti da Ecocar, SuperEco e Consorzio Gema), c’è di più. Ci sono le gare più piccole, per specifiche categorie di immondizia, che fanno aumentare gli interlocutori e aggiungono voci di costo. L’ultimo appaltino, in ordine di tempo, riguarda lo stoccaggio per il successivo recupero degli inerti provenienti dalla raccolta differenziata sul territorio comunale. L’affidamento diretto è stato firmato il 24 settembre: degli materiali di scarto dalle attività legate all’edilizia si occuperà la società Con.Te.A. srl di Misterbianco, per 43.945 euro (più Iva).

La necessità di procedere a un affidamento diretto (quindi senza bando) si spiega facilmente: la Srr (Società di regolamentazione dei rifiuti) della Città metropolitana ha fatto una gara che è andata deserta per la stessa categoria di immondizia, però su scala metropolitana. In assenza di un aggiudicatario collettivo, al municipio è toccato fare da sé. Ad agosto ha invitato cinque ditte autorizzate, ma quattro non hanno risposto. A parte Con.Te.A., appunto, che ha inviato un preventivo da 9 euro/tonnellata. Acquisito quello, la procedura è diventata una negoziazione sul portale elettronico della PA che, il 22 settembre, si è trasformata in una offerta: 39.950 euro, per un anno, per un quantitativo complessivo di rifiuti inerti di 4.400 tonnellate. Mettendoci dentro anche l’Iva, fanno 43.945 euro di micro-aggiudicazione per «servizi essenziali espressamente previsti dalla leggge». In assenza dei quali si determinano «disagi per la cittadinanza».

Pochi giorni prima dell’affidamento a Contea, il Comune ne aveva firmato un altro per una cifra simile: 43.889,45 euro (Iva compresa) alla Ve.Bat. Servizi Ambientali srl della famiglia Battiato di Acireale, società con sede a Santa Venerina, che ha ottenuto il servizio di stoccaggio, per il successivo recupero, dei rifiuti misti provenienti dalle micro-discariche sul territorio comunale. Anche in questo caso, colpa della Srr, dice il Comune, che «non ha bandito una gara per il conferimento dei rifiuti in questione». Cioè plastica, carta, legno, immondizia non facilmente differenziabile una volta raccolta.

Il 9 settembre il municipio invita la società Vebat - si tratta, di nuovo, di un affidamento diretto sotto soglia - a presentare un’offerta. Il giorno stesso la ditta di Santa Venerina risponde, proponendo una tariffa di 350 euro/tonnellata. La Sicula Trasporti, per accogliere l’indifferenziata etnea e spedirla fuori regione, ha una tariffa di 310 euro/tonnellata. Stando alle delibere di conferimento, succede tutto lo stesso giorno: la richiesta del municipio, la risposta della ditta, l’affidamento del servizio da parte del Comune per quasi 44mila euro, per un anno, e una quantità stimata di 114 tonnellate.

Inerti e misti si sommano agli altri appaltini che ruotano attorno a vari tipi di immondizia: per i biodegradabili 110mila euro, o i 220mila euro per trasformare in combustibile gli indifferenziati della raccolta porta a porta. Tutte cifre che si sommano l’una all’altra e che aumentano il costo - e distribuiscono il guadagno - della nostra immondizia.