Il caso
Trapani, la guerra per l'acqua continua. Il comitato civico: «Gestione opaca, serve trasparenza»
Prima l’accusa del sindaco, poi la risposta di E-distribuzione e il dossier mandato in Prefettura, ora nuovi grattacapi

È diventato un caso la vicenda dei disservizi idrici che da giorni affliggono la città, causati dai blackout elettrici ai pozzi di contrada Bresciana. L’erogazione dell’acqua è ancora parziale e le polemiche non si placano. A infiammare il dibattito è stato per primo il sindaco Giacomo Tranchida, che ha puntato il dito contro Enel, accusandola di essere responsabile dei guasti elettrici. Immediata la replica dell’azienda che attribuisce la responsabilità al Comune per le cabine non a norma tanto da trasmettere in Prefettura anche un dossier fotografico. Ad intervenire, su nostra sollecitazione, c’è anche il comitato civico spontaneo “L’acqua è un diritto di tutti”.
«Sembra di combattere contro i mulini a vento – dice Rosario Rizzo a nome dei componenti – le cabine non a norma gettano nuova luce sui blackout finora imputati a cause esterne. È il segno di una gestione incapace e opaca». Il Comitato sottolinea che da tempo non funzionano tutti i 18 pozzi di Bresciana e le interruzioni idriche sono diventate ormai croniche. «Da oltre un anno chiediamo chiarezza – aggiunge Rizzo – ma la verità emerge solo ora. Il silenzio assordante delle istituzioni, Prefettura e forze dell’ordine, indebolisce la fiducia dei cittadini nella capacità dello Stato di garantire servizi essenziali».
Nel mirino c’è soprattutto l’amministrazione comunale, accusata di non aver mai fatto autocritica né assunto responsabilità. «Sulla carta funziona tutto – aggiungono – ma la realtà racconta altro. Finché non prevarranno trasparenza e senso di responsabilità, sarà difficile credere che le cose possano davvero cambiare».
La vicenda dei pozzi di Bresciana diventa così il simbolo di una crisi più ampia: quella della gestione pubblica dei servizi essenziali, dove tra scaricabarile, impianti obsoleti e cittadini esasperati, un bene primario come l’acqua diventa ogni giorno più difficile da ottenere. Il comitato cittadino nei giorni scorsi ha chiesto ufficialmente la sostituzione di un componente della commissione d’indagine sul servizio idrico dopo che tra i membri eletti durante una seduta consiliare figura infatti l’ex assessore ai servizi idrici Enzo Guaiana, ritenendo che tale scelta rappresenti un evidente conflitto di interessi.