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L'inchiesta

«Tassi usurai fino al 300%»: alla sbarra le strozzine di Picanello e del Villaggio Sant'Agata

Il processo procede su due filoni paralleli

Laura Distefano

05 Ottobre 2025, 21:01

21:36

«Tassi usurai fino al 300%»: alla sbarra le usuraie di Picanello e del Villaggio Sant'Agata

Tassi usurai che in alcuni casi sono arrivati fino al 300 per cento. Un modus operandi criminale che ha per protagoniste quattro donne in veste di strozzine. In principio per agganciare le vittime prestavano piccole somme, ma poi diventavano importi abbastanza consistenti.

Lo scorso maggio è scattato il blitz della Guardia di Finanza che ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone accusate di usura. Ma i coinvolti erano cinque, tant’è che davanti al gup Stefano Montoneri sono arrivate in cinque, quattro donne e un uomo. A una delle imputate è contestata l’estorsione.

Il processo si è “spacchettato” in due filoni. Il 21 ottobre la gup Chiara Di Dio Datola valuterà la richiesta di patteggiamento avanzata da Provvidenza Condorelli, difesa dall’avvocato Massimo Ferrante. Mentre il 16 dicembre proseguirà l’udienza preliminare davanti al gup Montoneri per gli altri quattro imputati: Maria Piacente e Maria Teresa Crisafi, difese dall’avvocato Salvatore Sterlino, Daniele Saraniti, difeso dall’avvocato Francesca Politi, Roberta Angela Maisano, difesa dall’avvocato Salvatore Pace. Anche per Piacente e Crisafi pende una richiesta di patteggiamento della pena. Una delle vittime di usura si è costituita parte civile con l’avvocato Sandro Del Popolo.

Torniamo al quadro accusatorio. Le usuraie agivano nei loro territori: a Picanello e al Villaggio Sant’Agata. Per i loro affari criminali agganciavano persone con notevoli difficoltà economiche offrendo loro somme in prestito. E poi, attraverso un sistema di rate e di tassi usurai altissimi (dal 24 al 300 per cento), tenevano le vittime al cappio per molto tempo. I debitori, poi, invece di chiudere il conto ne aprivano sempre di nuovi. In un caso, ad esempio, un’imprenditrice dal 2019 al 2022 ha chiesto denaro in continuità. È la stessa persona che, sotto minaccia, avrebbe ceduto a Maisano la sua attività commerciale a un prezzo notevolmente più basso di quello già sottoscritto.

I finanzieri, coordinati dalla pm Antonella Barrera, sono riusciti a chiudere il cerchio sul giro di usura grazie alle denunce delle vittime. Da lì sono partite anche le intercettazioni che hanno permesso di delineare il disegno criminale. «Buongiorno, un amico sono. Sblocca la zia Enza (Condorelli, ndr) altrimenti mi faccio conoscere», così Saraniti si rivolgeva a una potenziale vittima per costringerla a sbloccare il numero della “zia usuraia”. Che ha richiamato la preda: «Smettila di prendermi per il culo». L’uomo però non ha ceduto. Un esempio di legalità.